Nel caso dei professionisti, le osservazioni di Federconsumatori sul Ddl Concorrenza riguardano soprattutto l’introduzione della possibilità a non professionisti di entrare nel mercato. “Prendiamo – dice Barbara Puschiasis – il caso degli avvocati, che peraltro sono tantissimi in Italia e il mercato, se così si può definire, risulta già saturo. Il Ddl prevede sia che le consulenze stragiudiziali possano essere fatte anche da chi non è avvocato, sia la possibilità di creare società nelle quali alcuni soci possono non essere professionisti. Si tratta di una parziale snaturalizzazione della professione che, temo, porterà a una diminuzione delle tutele del cliente e a difficoltà di coordinamento tra chi ha seguito la fase stragiudiziale senza successo e l’avvocato, che dovrà poi rappresentare il cliente stesso in giudizio. L’introduzione delle società di capitale minerà l’indipendenza dell’avvocato, per il quale resterà comunque la responsabilità personale. La situazione si aggrava se consideriamo le norme sul passaggio di proprietà sui beni non a uso abitativo (tutto ciò che non è una casa). Sotto i 100mila euro, il passaggio potrà essere effettuato non solo dai notai, ma anche dagli avvocati. Il problema è che non si mettono in concorrenza notai e legali, ma notai e società di capitali. C’è il rischio che nel settore entrino, per esempio, gli istituti bancari, i quali possono avere la maggioranza nelle società di capitali. Il cittadino si troverebbe davanti non a un soggetto imparziale (il notaio è pubblico ufficiale), ma a qualcuno che potrebbe non avere interesse a garantire il cliente, bensì a incrementare i propri utili. Stessa cosa dicasi per le farmacie, che peraltro sono parte del servizio sanitario fornendo servizi (e non solo farmaci)”.
“In sostanza – conclude Puschiasis – si sta andando
verso una mercificazione delle professioni, che rischia di sacrificare la tutela delle persone e dei diritti sull’altare del maggior utile. Se si vuole consegnare ogni settore al meccanismo della concorrenza a favore della grandi società lo si faccia, ma in maniera esplicita e non per mezzo di un ddl che si pone il fine di garantire maggiori tutele e benefici ai consumatori”.