La costruzione di un ponte, oltre a richiedere una accurata progettazione che tenga conto di tutte le norme in materia di sicurezza, affidabilità dei materiali, funzionalità e gradevolezza estetica, comprende anche lo studio dell’impatto ambientale che l’infrastruttura provoca. Rispettare il territorio, infatti, significa pure ridurre quanto più possibile l’impatto.
Per verificare con la massima precisione che cosa comporta l’inserimento di un ponte nell’alveo di un fiume, si utilizza un apposito “modello fisico idraulico” che riproduce in scala la situazione reale, studia il comportamento dell’acqua e permette quindi di stabilire se l’infrastruttura risponde ai requisiti richiesti.
Questa procedura, richiesta dal Genio Civile di Venezia, è stata utilizzata per il nuovo ponte sul fiume Tagliamento, il cui progetto prevede la realizzazione di due viadotti affiancati, lunghi più di 1.500 metri, ognuno dei quali composto da 20 campate di lunghezza variabile tra i 60 e gli 85 metri.
L’infrastruttura, che andrà a sostituire quella attuale risalente agli anni Sessanta, con campate di circa 30 metri e senza corsia di emergenza, è un’opera che fa parte dei lavori del terzo lotto (dal Tagliamento a Gonars) della terza corsia della A4 nel tratto Venezia-Trieste, lavori affidati con la formula del general contractor all’Ati Tiliaventum, costituita dalle imprese Rizzani De Eccher e Pizzarotti.
La prima prova del modello ha avuto luogo in un capannone della Zona Industriale di Udine dove è in fase di costruzione, in scala uno a sessanta, il modello dell’attraversamento del fiume Tagliamento. Una struttura larga 10 metri e lunga 15 che ripropone le caratteristiche dell’ alveo del fiume, all’interno del quale sono collocate 4 pile (colonne) e 5 campate.
Da un apposito serbatoio viene fatta defluire l’acqua, che scorre su un letto di materiale vegetale (ne sono state utilizzate 20 tonnellate) particolarmente adatto per riprodurre il sedimento del fiume. Studiando il comportamento del flusso e l’interazione delle pile con il fondo, è poi possibile valutare la profondità di scavo necessaria tenendo conto di ulteriori variabili quali la direzione della corrente, la sua velocità e l’eventuale accumulo di materiale che l’acqua, scorrendo, trascina con sé.
Nel caso del ponte sul Tagliamento, inoltre, c’è un altro elemento di particolare importanza, verificabile utilizzando il modello idraulico: l’incidenza, sull’alveo, della contemporanea presenza per il periodo dei lavori, delle due strutture, quella vecchia e quella nuova.
La prima prova (durata complessivamente 24 ore), alla quale ha partecipato l’assessore regionale ai trasporti Riccardo Riccardi, ha visto la presenza di un nutrito staff di esperti e tecnici fra i quali il professor Luigi Da Deppo dell’Università di Padova e il professor Virgilio Fiorotto dell’Università di Trieste, oltre ai rappresentanti dell’Ati e al Rup del Commissario Straordinario per la Terza Corsia ingegner Enrico Razzini.
La prova è la prima di una serie che si svilupperà nell’arco di un mese, al termine delle quali i tecnici predisporranno una dettagliata relazione. Sulla base dei risultati ottenuti, il Genio Civile di Venezia, potrà formulare, se lo riterrà necessario, richieste di ulteriori interventi da inserire nel progetto definitivo del ponte.
4 febbraio 2013