Omicidio Puzzoli: ricorso contro l’assoluzione della zia

 La nonna materna della figlia di Lisa Puzzoli, uccisa dall’ex compagno Vincenzo Manduca, e tutrice della piccola, sta valutando con il suo legale, l’avvocato Enrica Lucchin, l’ipotesi di presentare un ricorso per Cassazione e chiedere la celebrazione di un nuovo processo d’appello contro l’assoluzione in appello di Viviana Manduca, sorella dell’assassino, dall’accusa di tentata sottrazione di minore.
L’episodio risale al primo settembre 2012, quando la bambina venne chiusa nell’auto del padre per un paio d’ore, in braccio alla zia Viviana, sotto la casa della mamma a Villaorba di Basiliano (Udine), prima dell’arrivo dei carabinieri. In primo grado, davanti al Gup di Udine, la zia era stata condannata a 10 mesi e 20 giorni e a risarcire duemila euro di danni alla bambina, costituita parte civile. Ma in secondo grado non c’è stata alcuna notifica alla parte, e la nonna ha saputo dell’assoluzione solo attraverso gli organi di informazione.
“Abbiamo ritirato oggi gli atti in Corte d’appello – ha spiegato l’avvocato Lucchin – per verificare cosa fosse successo. Dal decreto di citazione a giudizio è evidente che non ci è stata fatta alcuna notifica, anche se dalla sentenza di primo grado era del tutto evidente che eravamo costituiti parte civile. Ora vorrei leggere le motivazioni della Corte d’Appello per valutare insieme ai miei clienti un eventuale ricorso per Cassazione. I genitori di Lisa e nonni della bambina l’hanno presa malissimo anche perché per loro significa ogni volta rivangare il peso di tutta la vicenda”. La giovane mamma, 22 anni, fu uccisa dall’ex fidanzato (condannato all’ergastolo) il 7 dicembre 2012 con nove coltellate sull’uscio di casa, davanti agli occhi del fratello Luca, che si trovava in casa con la nipotina di due anni e che ha assistito impotente alla scena.