Sono tanti gli interrogativi che in queste ore parenti, amici, conoscenti e la gente comune si pone davanti a quanto accaduto ieri mattina, a Udine, nello studio notarile associato Amodio-Andrioli. Giuliano Cattaruzzi ha ucciso l’ex moglie Donatella Briosi con un colpo alla nuca e poi ha rivolto l’arma contro se stesso, esplodendo un colpo alla gola. Entrambi gli ex coniugi sono morti sul colpo. Un gesto inspiegabile, tremendo, costato la vita a due persone, ma che poteva avere conseguenze ben più gravi.
Il primo proiettile esploso su un totale di tre non è andato a bersaglio. L’ex architetto 80enne, che impugnava una pistola calibro 38 di cui si dovrà stabilire la provenienza e a chi fosse intestata, ha sparato e il proiettile è rimbalzato sul pavimento, sfiorando uno dei presenti nella stanza e conficcandosi tra due libri.
“Un gesto di difficile interpretazione da parte dei professionisti che si interessano di questo settore” ammette lo psichiatra medico legale Francesco Piani. “Risulta francamente inspiegabile, con gli elementi attualmente a disposizione, anche se in genere un gesto di questa portata nasce all’interno di un rapporto molto forte. Non risulta che Cattaruzzi avesse avuto patologie psichiatriche – continua lo specialista –, pertanto sarebbbe necessario avere elementi significativi del rapporto tra i due ex coniugi. Rapporto che sulla carta pare essere stato normale, di pacifica separazione, ma che evidentemente non era così”.
Qualche disaccordo, relativo proprio ai soldi, però, tra i due c’era. Prova ne è l’ipoteca sulla proprietà dell’ex marito in cambio degli alimenti che la vittima, Donatella Briosi, avrebbe estinto proprio poco prima del rogito concordato con la coppia di acquirenti della villetta di Tarcento. La questione dei soldi, però, secondo lo psichiatra Piani “è poco significativa: in linea di massima uno che uccide esclusivamente per questioni economiche poi fugge”.
“Un gesto di questo tipo, richiede una motivazione molto forte – conclude l’esperto – e abitualmente avviene all’interno di situazioni di coppia o di famiglia con un legame intenso. Difficilmente uno uccide una persona e si uccide a sua volta, a meno che non sia legato da un sentimento che può essere sia di amore sia di odio”.
Dalle lettere scritte dall’architetto si comprende chiaramente che Cataruzzi aveva pianificato tutto, da come procurarsi l’arma a quando uccidere l’ex moglie e infine suicidarsi. E da quanto scritto emerge chiaramente il sentimento di astio nei confronti dell’ex moglie, Donatella Briosi, alimentato da una lunga serie di disaccordi economici nati in seguito alla separazione.