L’arma utilizzata da Giuliano Cattaruzzi, l’architetto 80enne che ieri mattina, in via Rialto a Udine, ha ucciso l’ex moglie Donatella Briosi, è una pistola calibro 38 acquistata diversi anni fa, quando il professionista viveva ancora in Friuli ed era in possesso di un regolare porto d’armi. Nel 2017, però, l’uomo ha ceduto la pistola a un amico. Una procedura regolare in cui è stato siglato il passaggio di proprietà dell’arma tra i due amici.
Quando Cattaruzzi è rientrato in Friuli nel mese di maggio di quest’anno, per sbrigare alcuni affari tra cui anche la vendita della dependance della villa di Tarcento, ha chiesto indietro la pistola all’amico. Una cessione temporanea, motivata dall’esigenza di sentirsi sicuro in casa, essendo anziano e dovendo vivere da solo.
Il nuovo passaggio di proprietà è stato, quindi, formalizzato a fine maggio, quando Cattaruzzi e l’amico, proprietario della pistola, si sono recati in caserma dai carabinieri, a Tarcento. Qui entrambi hanno compilato la dichiarazione di Cessione d’armi tra privati, un documento che attesta il passaggio di proprietà e che è necessario compilare con i dati del porto d’armi di entrambe le parti. Titolo che Cattaruzzi non possedeva più e che ha omesso di dichiarare.
La comunicazione di cessione che la Polizia di Udine ha verificato, pertanto, non risulta regolare. L’amico, che ha ceduto la calibro 38 all’architetto 80enne, avrebbe, infatti, dovuto verificare che questi avesse titolo per detenere legalmente un’arma. Per questa irregolarità l’uomo è stato ascoltato questa mattina in Questura a Udine. La sua posizione sarà ora attentamente valutata perché per lui si potrebbe configurare una cessazione indebita che comporterebbe l’apertura di un fascicolo a suo carico.
Tornando a Giuliano Cattaruzzi, a fine maggio ha riavuto nuovamente a disposizione la calibro 38 e ieri ha portato a compimento il suo piano. A ulteriore conferma che il gesto compiuto è stato premeditato anche il ritrovamento di tre lettere, all’interno dello studio della casa dove viveva, indirizzate ai familiari e al proprio legale.
Dalle missive emerge chiaramente il movente economico dell’omicidio di cui scrive e parla al passato. Cattaruzzi descrive l’ex moglie come una donna avida e che aveva attinto indebitamente al suo patrimonio. Da qui il piano di ucciderla con la pistola di cui era rientrato in possesso e farla finita subito dopo, nell’unico giorno in cui si sarebbe ritrovato a distanza ravvicinata, faccia a faccia con l’ex moglie, in via Rialto, nello studio notarile Amodio-Andrioli.