Sono state depositate le motivazioni del processo di primo grado che ha visto condannato a 16 anni di reclusione l’imprenditore friulano Paolo Calligaris, colpevole dell’omicidio di Tatiana Tulissi, 37 anni di Villanova dello Judrio uccisa a colpi di pistola nel tardo pomeriggio dell’11 novembre 2008 nella casa di Manzano in cui viveva con il compagno.
Gli indizi a carico di Calligaris sono stati ritenuti gravi, precisi e concordanti dal Gup del tribunale di Udine Andrea Odoardo Comez. Le oltre 180 pagine di motivazione della sentenza ricostruisce minuziosamente il rapporto tra la vittima e Calligaris. Una relazione felice, all’inizio, e poi giunta ai minimi termini, esaurita e irreparabilmente deteriorata. Tatiana Tulissi voleva un figlio da Calligaris, al quale era legata da tempo, e pochi mesi prima ne aveva perso uno. Il compagno Paolo, invece, già padre di due figli nati da una precedente relazione, non ne voleva. Potrebbe essere questo uno dei motivi che ha portato la coppia ad allontanarsi.
Il giorno del delitto Tulissi e Calligaris si sono sentiti diverse volte al telefono, probabilmente nel corso di queste conversazioni sono nate ulteriori discussioni, culminate con l’omicidio nel tardo pomeriggio.
Fondamentali, per ricostruire i fatti, la testimonianza di una vicina di casa che ha sentito gli spari dopo le 18.29. E’ proprio l’orario indicato dalla testimone a collocare inequivocabilmente Paolo Calligaris a casa, a Manzano, al momento del delitto. Le due chiamate fatte da Calligaris al 118 per chiedere soccorso, alle18.32 e 57 secondi e alle 18.42 e 27 secondi, e gli spari uditi alle 18.29 dalla vicina di casa, sottolinea il giudice, avrebbero dato il tempo a Calligaris di far sparire l’arma e di spostare il corpo senza vita di Tatiana.
Calligaris, secondo il giudice, ha messo in atto una serie di azioni volte a ostacolare le indagini e la ricostruzione dei fatti. Azioni che, però, a 11 anni dal delitto lo hanno portato in carcere condannato per l’omicidio della sua convivente.