La presenza dell’orso sulle nostre montagne deve essere vista come una risorsa e non con timore, purché siano rispettate le precauzioni e le cautele nei comportamenti da tenere nei confronti di questi plantigradi, come di altri animali selvatici.
È quanto hanno tenuto a ribadire a Udine, nel palazzo della Regione, i rappresentanti del CFR-Corpo Forestale Regionale, della direzione centrale delle Risorse rurali, agroalimentari e forestali, dell’Università di Udine, del Parco delle Prealpi Giulie e del Comune di Lusevera, in occasione dell’illustrazione delle attività compiute dal CFR per il monitoraggio della presenza degli animali, riscontrata nell’Alta Valle del Torre.
I forestali, qui come in altri luoghi sensibili alla presenza degli animali, hanno da tempo posizionato foto trappole all’infrarosso, apparecchiature d’avanguardia che hanno consentito di ritrarre un esemplare dell’età stimata di quattro/cinque anni, del peso di circa 160-180 chilogrammi e alto, in posizione eretta, circa due metri. Come ha precisato il comandante della Stazione forestale di Tarcento, Dario Di Gallo, l’animale se non stimolato negativamente non è aggressivo.
Il CFR ha già provveduto a distribuire agli allevatori e ai detentori di animali da cortile della zona interessata dalla presenza del plantigrado reti elettrificate per poterli proteggere dall’appetito dell’animale (l’orso è un carnivoro). La sua presenza sulle nostre montagne, come hanno poi precisato Emanuele Moro del CFR, intervenuto in rappresentanza del direttore centrale Luca Bulfone, Umberto Fattori, del servizio Biodiversità della Regione, Stefano Filacorda, dell’Università di Udine, il presidente dell’Ente Parco delle Prealpi Giulie Stefano Di Bernardo e l’assessore comunale di Lusevera (sul cui territorio è stata rilevata la presenza dell’orso) Stefano Sgrazzutti, è un segnale importante della qualità dell’ambiente naturale del Friuli Venezia Giulia.
L’azione del CFR per il monitoraggio della presenza dei plantigradi sul territorio e per il supporto alla popolazione interessata, come ha spiegato Fattori, si svolge nell’ambito del Progetto comunitario Life Arctos al quale partecipa anche il Friuli Venezia Giulia.
È infatti prevista l’istituzione di gruppi d’intervento, che potranno risolvere eventuali situazioni problematiche che dovessero verificarsi conseguentemente alla presenza dell’orso. Parallelamente sono in programma incontri di sensibilizzazione per operatori turistici, agricoltori, apicoltori, frequentatori delle zone boscate, che potrebbero venire in contatto con questi animali. Come ha evidenziato Moro, si sta inoltre formando personale specializzato del CFR in collaborazione con il CFS-Corpo Forestale dello Stato che vanta una lunga esperienza nel settore, al fine di porre in essere misure finalizzate a tenere sotto controllo l’animale che, come ha specificato Fattori, non è particolarmente pericoloso.
Occorre però tenere conto della sua natura selvatica e per questo la Regione ha distribuito 90 reti elettrificate nelle zone interessate dalla presenza degli orsi. Negli ultimi anni nel corso dell’attività di campionamento della specie sono stati censiti undici esemplari di orsi presenti sulle montagne del Friuli Venezia Giulia (nello stesso tempo è stata monitorata e censita la lince), provenienti dai Balcani e dal Trentino. La loro natura li spinge infatti a spostarsi continuamente sul territorio.
Quelli incontrati dalle apparecchiature elettroniche e dalle ‘trappole’ di campioni biologici sono infatti quasi tutti esemplari maschi. Mentre le femmine sono stanziali. Nell’incontro di oggi è stata ricordata un’azione di ripopolamento che ha interessato gli orsi, attuata dalla Regione alla fine degli anni ’90. È stato infine ricordato che la presenza degli orsi sulle nostre montagne attira studiosi e stagisti da tutta Italia e rappresenta di per sé un’attrazione di tipo naturalistico e turistico.
2 maggio 2013
nell’Alta Valle del Torre