Bufera sulla sanità della Destra Tagliamento. Il Comune di Pordenone non firmerà oggi l’accordo di programma sul nuovo ospedale in Comina. La decisione è maturata al termine della Giunta, stamani. Il Pd rappresentato dagli assessori Mazzer, Rubino e Conficoni frenava per far slittare l’eventuale firma a dopo le elezioni regionali e il sindaco Claudio Pedrotti ne ha preso atto non forzando la mano con un atto di imperio.
“Il nostro non è un ‘gran rifiuto’ ma ìsoltanto ritardare di 42 giorni la conclusione di un iter burocratico durato 10 anni”: cosi’ il sindaco di Pordenone ha spiegato la decisione di non firmare oggi l’accordo di programma con la Regione per il nuovo ospedale in Comina. “In questo modo – ha proseguito – potremo valutare con serenità le intenzioni rispetto al finanziamento e alla progettualità da parte del nuovo governatore regionale, chiunque esso sia”.
L’Amministrazione regionale ha preso atto che l’assenza del rappresentante del Comune ha impedito di sottoscrivere l’acccordo di programma per realizzare il nuovo ospedale di Pordenone, bloccandone di fatto l’iter. È questo, in sintesi, il contenuto del verbale che è stato redatto, oggi a Udine, al termine di quello che doveva essere l’incontro per sottoscrivere fra le parti l’Accordo di programma.
A Udine erano presenti il presidente della Regione, Renzo Tondo, con il vicepresidente e assessore alla Salute Luca Ciriani, assieme ai rappresentanti degli altri Enti interessati al progetto: la Provincia di Pordenone, con l’assessore Antonio Consorti, e l’Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli, con il direttore Luciano Zanelli. L’assessore Fvg alla Salute, Luca Ciriani, ha definito la qeustione una “decisione gravissima” e di “assurdo immobilismo”.
A fargli eco, ci sono le associazioni di categoria pordenonesi. Alberto Marchiori, presidente Confcommercio Imprese per l’Italia Ascom Pordenone, Silvano Pascolo presidente di Confartigianato Imprese Pordenone, Virgilio Maiorano presidente Confcooperative Unione Provinciale Cooperative Friulane, Cesare Bertoia presidente Federazione Provinciale Coldiretti Pordenone e Michelangelo Agrusti numero uno dell’Unione Industriali Pordenone hanno diffuso una durissima nota congiunta.
“Le categorie economiche esprimono il loro più fermo disappunto per l’ennesima dimostrazione del prevalere di miopi logiche di appartenenza politica e di evidente dimostrazione della debolezza della funzione istituzionale. Si è deciso di non decidere e di mettere a rischio un investimento indispensabile innanzitutto per l’organizzazione della sanità del nostro territorio e per le tutela di chi ne deve fruire, gli ammalati”.
“Un investimento che, in un momento di crisi gravissima, avrebbe rappresentato inoltre un fondamentale volano di ripresa economica per molti settori. Ancora una volta Pordenone viene penalizzata dall’incapacità dei suoi gruppi dirigenti di affrontare e di risolvere le tante questioni inesorabilmente rimaste aperte. Sono rimasti inascoltati gli appelli sia delle categorie economiche sia di tutte le rappresentanze della sanità che unanimemente avevano espresso il loro inequivocabile consenso affinché venissero completati tutti i passaggi indispensabili alla realizzazione del nuovo ospedale”.
“Pordenone ancora una volta non si è assunta l’onere di essere capoluogo di tutta la sua provincia, non essendo l’ospedale una struttura della sola città ma elemento fondamentale dell’organizzazione sanitaria di tutta la Regione”.
Sulla questione, interviene anche l’onorevolo Sandra Savino (Pdl), ex assessore regionale: “E’ stato semplicemente sconcertante, per non dire deplorevole, il comportamento tenuto dal sindaco Pedrotti che ha inteso non sottoscrivere l’accordo di programma per l’ospedale di Pordenone – afferma -. Un atteggiamento che trova fondamento, purtroppo per i pordenonesi, nelle sudditanza totale di Pedrotti nei confronti dei diktat di Bolzonello e della Serracchiani, i quali antepongono al bene del territorio i loro interessi politici di campagna elettorale”.
“E così il Pd invece di guardare allo sviluppo della città con i 150 milioni dell’accordo di programma, preferisce trincerarsi in comportamenti demogogici e lontani dall’interesse generale. Capisco che il confronto fra quanto fatto dall’amministrazione regionale precedente e quella in carica per la sanità pordenonese è impietoso: 6 milioni della giunta Illy, contro i 150 della giunta Tondo. Però i cittadini di Pordenone non possono rimanere ostaggi dell’isterismo mediatico della Serracchiani, che ha coinvolto nella sua strategia un sindaco il quale si è semplicemente scordato che dovrebbe essere il sindaco di tutti, e non solo degli iscritti al Partito democratico”, conclude Savino.
La situazione, anche dal punto di visto politico, rischia di essere una bomba inenscata nelle mani del sindaco, stretto tra molti fuochi.
13 marzo 2013