Una martedì mattina in autostrada, da Udine a Latisana e ritorno, per tentare di capire come mai si verifichino incidenti tanto gravi. Percorro il tragitto mantenendo sempre la corsia di destra alla velocità fissa di 92 chilometri orari in base al tachimetro dell’auto, corrispondenti a circa 85 chilometri orari reali, misurati in base al satellite. In teoria, avrebbero dovuto superarmi soltanto auto o furgoni e invece … Nell’arco di circa un paio d’ore, sono stato sorpassato da decine di mezzi pesanti, spesso distanti appena qualche metro di distanza l’uno dall’altro, nella stragrande maggioranza dei casi con targa estera, immancabilmente provenienti dall’Est Europa.
Fino a Palmanova, sull’A23, il traffico è limitato, anche se non manca la cisterna slovena che mi supera di slancio. La solfa cambia appena imbocco la A4 in direzione Venezia. Il traffico c’è, composto da una sequela ininterrotta di mezzi pesanti, molto numerosi in parcheggio anche nell’area di sosta a San Giorgio di Nogaro.
Sempre a destra, sempre a 92 chilometri orari, mentre i Tir mi sorpassano con discreta velocità e sicuramente superando, seppur di poco, il limite degli 80 chilometri orari. Si dice spesso che i controlli siano scarsi. Non è vero. In appena due ore ho incrociato almeno quattro pattuglie della Polizia stradale e due furgoni di servizio di Autovie Venete.
Segnaletica ineccepibile. Quando arrivo al casello di Latisana le pattuglie della Polizia stradale intente a controllare un trasportatore polacco sono due. A mancare, invece, per lo meno questa è la mia impressione, sono il rispetto del Codice della strada e il senso civico di chi non comprende che tenere le distanze di sicurezza può fare la differenza tra la vita e la morte, soprattutto quando hai a che fare con bestioni di 44 tonnellate (e questo vale per camionisti e automobilisti).
Alla guida del tir… con la tv accesa
L’autostrada è sicura, a mancare, semmai, è il senso civico di molti utenti. Maurizio Paniz, presidente di Autovie Venete, interpellato sulla situazione della sicurezza lungo la A4 è molto netto. “Da tempo richiamo l’attenzione su questo problema. Anche in occasione dei recenti incidenti, e con tutto il rispetto possibile per le vittime, ho evidenziato che il problema non è di sicurezza dell’autostrada, quanto di comportamento imprudente di chi la percorre. Tutta l’autostrada è monitorata. Basta guardare le telecamere per vedere cosa accade durante un incidente, quando un mezzo arriva ad alta velocità senza neppure tentare una frenata prima di tamponare quello che lo precede. I controlli sono molti anche sul superamento dei limiti di velocità, ma quando si tratta di utenti che arrivano dall’Est Europa, comminare le sanzioni è poi fargliele pagare è complicato. I transiti di mezzi dell’Est sono la maggioranza, ma spesso il livello di attenzione degli autisti è carente”.
“Abbiamo creato apposite piazzole sopraelevate per osservare cosa accade dentro le cabine dei camion durante la guida. Ebbene, abbiamo osservato autisti che guardano la televisione o maneggiano il telefonino per centinaia di metri”.
Molti dicono che andrebbero rafforzati i controlli magari usando auto civetta, come in Austria, ma per Paniz il problema sta altrove: “Questi controlli ci sono già; le auto civetta operano regolarmente, ma non bastano. Occorre un maggiore senso civico. A proposito dell’Austria, basta guardare cosa accade sulle loro autostrade: quelli che corrono troppo sono pochissimi. Forse oltre confine hanno strumenti più efficaci, ma non è tutto oro quello che luccica”.
La terza corsia ha finito per richiamare nuovo traffico commerciale. Forse sarebbe opportuno dirottare parte del traffico pesante sulla rotaia, anche secondo il presidente di Autovie: “Il sistema nazionale non ha ancora valorizzato il trasporto ferroviario a sufficienza. In Italia si usa tanto il trasporto su gomma, ma non sempre le vie di grande comunicazione, incluse le autostrade, sono state modernizzate. La terza corsia dovrebbe esserci su tutte le autostrade. E’ assurdo che non ci siano piani nazionali che puntino ad interventi di modernizzazione dal punto di vista strutturale”.