Ieri a Trieste il segretario nazionale del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, e la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione, Debora Serracchiani, hanno firmato un accordo per rinnovare e rafforzare il legame tra Stato e Regione, proprio alla vigilia del 50° anniversario della Statuto del Fvg.
Il patto, che diverrà realtà se entrambi i candidati politici vinceranno le elezioni, è finalizzato al rilancio della specialità della regione.
Serracchiani, presentando l’intesa, ha auspicato un nuovo protocollo tra lo Friuli Venezia Giulia e Roma, il conferimento alla regione di nuove competenze statali, un nuovo patto di stabilita’, la compartecipazione ai redditi prodotti sul territorio locale e il riconoscimento del ruolo internazionale del Fvg.
Autonomia: ruolo cruciale
”Il Pd ha una certa idea di autonomia che vuol dire darsi una identita’ – ha affermato Bersani -. Siamo contrari ad una autonomia che si chiude in se stessa. Sono convinto che il Friuli Venezia Giulia nel passato abbia saputo sfruttare al meglio la capacita’ di usare l’autonomia per politiche innovative”.
L’autonomia del Friuli Venezia Giulia si rivela dunque uno dei nodi cruciali della campagna elettorale regionale, soprattutto quando Bersani ha parlato di ”massacrato le autonomie” da parte della Lega Nord.
Lega: Serracchiani una ‘visitor romana’
Immediata la replica del Carroccio Fvg.
“La Lega ha salvato le autonomie – afferma Matteo Piasente, segretario nazionale della Lega Nord -. Il Partito Democratico ha massacrato Mps e i risparmi dei cittadini”.
Le parole di Bersani secondo il leghista friulano sono “insinuazioni senza senso. Che credibilità ha, in tema di autonomie, un partito che ha amministrato fino a ieri (e con che risultati!) il comune di Napoli? Pensano forse di gestire il Friuli Venezia Giulia e l’Italia come il Monte Paschi di Siena? Si prospetterebbe un orizzonte molto cupo”. Non manca, infine, un attacco personale alla Serracchiani, definita una ‘visitor romana’.
Un impegno scritto in politichese per Gottardo
Anche il Coordinatore regionale del Pdl-Fvg, Isidoro Gottardo, interviene sul patto siglato ieri a Trieste.
“Ogni atto politico che assuma l’impegno di contribuire al rafforzamento dell’Autonomia e ad una solidarietà più giusta ed equa nei confronti di questa comunità regionale è da noi considerato un fatto positivo – afferma Gottardo -. Nel 2008 il Pd ironizzò sul Patto Tondo-Berlusconi che conteneva però punti precisi e puntuali su cui sarebbe stato possibile per chiunque verificarne il rispetto. Quel patto che è stato pienamente onorato si basava su tre punti fondamentali e che il Governo Prodi con Illy non aveva onorato: a) Riconoscimento del ruolo internazionale della Regione e approvazione della legge per il riconoscimento giuridico dell’Euroregione; b) Riconoscimento dello stato di emergenza per la terza corsia e affidamento alla Regione del ruolo commissariale; c) riconoscimento alla Regione della piena compartecipazione Irpef e assegnazione di competenze piene in materia di Federalismo Fiscale.
Questi punti sono stati onorati anche se il terzo punto in materia di Federalismo Fiscale, già riconosciuto alle nostre competenze Statutarie, non ha avuto dal Governo Monti le relative norme attuative”.
“L’impegno che Bersani assume con Debora Serracchiani è scritto in politichese – tuona Gottardo -: al di la delle questioni che riguardano il contesto geo politico della Regione non vi sono impegni precisi, in particolare sulle questioni su cui il Pd regionale, per coerenza con le cose fin qui sostenute, dovrebbe garantire in caso di vittoria del centrosinistra e quindi di Governo Bersani: finanziamento dello Stato sulla Terza Corsia, revisione del Patto di Stabilità e garanzie sulle risorse spettanti alla Regione senza aggravi di ulteriori competenze che risultano una presa in giro.
E’ grave – insiste il coordinatore Pdl – constatare che non via sia alcun riferimento, punto del tutto ignorato, circa l’autonomia in materia di Federalismo Fiscale, materia essenziale per un territorio la cui economia deve quotidianamente fare i conti con la concorrenza fiscale dei Paesi vicini e con il dramma delle imprese costrette a subire una tassazione che le strozza. Da questi patti, privi di alcun impegno concreto, la comunità regionale non trae alcun vantaggio”.
La parola ora passa al leader Pdl Silvio Berlusconi, avversario politico diretto di Bersani, che arriverà in regione lunedì 4 febbraio.
31 gennaio 2013