Sono migliaia anche in Friuli Venezia Giulia i pensionati che non ce la fanno ad arrivare a fine mese e che non possono godere neppure delle cure sanitarie primarie: è la denuncia della Fnp Cisl regionale che punta il dito contro la legge di stabilità e quelle politiche che continuano a penalizzare chi ha già poco.
“Rivendichiamo – spiega il segretario generale della categoria, Gianfranco Valenta – il ripristino delle indicizzazioni delle pensioni dopo due anni di blocco totale che, unito al mancato rispetto delle norme previste dalla Legge del 1993, ha di fatto impoverito del 35% il valore del reddito percepito”.
Per questo, dopo lo sciopero generale del 15 novembre scorso, indetto da Cgil, Cisl e Uil, anche i pensionati cislini del Friuli Venezia Giulia continueranno nelle iniziative di lotta per tutto il mese di dicembre. Una protesta, contro i contenuti della legge di stabilità, che vedrà fianco a fianco tutte le categorie dell’Organizzazione, sia quelle produttive, sia quella, appunto, dei pensionati. In gioco c’è il sistema previdenziale e generazionale del Paese, con i destini incrociati di pensionati e lavoratori attivi alle prese con il ricorso indiscriminato alla cassa integrazione, la mancanza di lavoro e della sua tutela, i tagli imposti agli ammortizzatori sociali che non lasciano prevedere miglioramenti, anche minimi, nell’immediato futuro.
“La difesa del sistema previdenziale sanitario – commenta Valenta – è interesse comune e deve diventare il cardine delle scelte future. Per fare ciò ci attiveremo per delle iniziative di sensibilizzazione per la promozione di un vero salto di qualità della politica. Basta con le speculazioni di chi nulla fa per moralizzare il proprio mandato politico. Basta inneggiare al futuro delle nuove generazioni e contemporaneamente operare per distruggere il solo. Con la moralizzazione e la redistribuzione delle risorse si salverà la nostra democrazia oggi, purtroppo, in pericolo. Ognuno deve fare la propria parte: i pensionati, a seguito del blocco della rivalutazione delle pensioni, hanno già dato e sono impossibilitati a dare altro. Tocca, adesso, a chi finora non ha ancora dato niente”.