GUARDA IL VIDEO. Non si ferma in Friuli la battaglia per l’approvazione del ‘Messâl par furlan’. Proprio in difesa del messale, recentemente bocciato dalla Conferenza Episcopale Italiana, è stata avviata una petizione che ha già superato le 600 sottoscrizioni in meno di 24 ore.
A lanciare la raccolta firme sulla piattaforma Charge.org è stato Christian Romanini, direttore dell’Anuari di Glesie Furlane e vicesindaco di Campoformido. Il Friulano – ha spiegato Romanini – è già una lingua liturgica utilizzata da molti fedeli, tanto che in marilenghe esistono diversi testi, anche musicali, oltre che la ‘Bibie par furlan’.
Quasi in segno di protesta, Glesie Furlane ha organizzato per domenica 26 novembre una messa in lenghe furlane. La funzione si terrà alle ore 15, nella Chiesa di San Giacomo a Villanova di San Daniele e vedrà appoggiato sull’altare proprio il messale non approvato dalla maggioranza qualificata dei vescovi.
“La messa si tiene da oltre 50 anni – ha riferito Romanini – e la faremo con tutti coloro che vorranno pregare in friulano insieme a noi”.
LA PETIZIONE:
Prendiamo atto della decisione della Cei e per “ringraziare” i vescovi italiani che hanno votato contro all’approvazione del Messâl Roman par furlan celebreremo una messa in lenghe furlane domenica 26 novembre 2023 alle ore 15.00 nella chiesetta di san Giacomo, sulle rive del Tagliamento, a Villanova di San Daniele (si accede da Via Zara): pregheremo in lingua friulana, col Messâl par furlan sull’altare, come facciamo da oltre 50 anni e lo faremo con tutti coloro che vorranno pregare insieme a noi.
Il Messale in friulano è stato bocciato nuovamente dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana composta da 231 vescovi).
Dopo la prima bocciatura di 17 anni fa al Messale in friulano è stato nuovamente negato l’avallo dei vescovi italiani: era necessaria la maggioranza qualificata dei 2/3 che significa che sarebbero serviti i due terzi degli aventi diritto (154 su 231 totali); il risultato è stato ben diverso: 173 votanti di cui 114 a favore, 50 contrari e 9 astenuti.
La posizione della CEI non ci sorprende affatto, ma ci rimane l’amarezza per il duro lavoro portato avanti in questi oltre 50 anni per il riconoscimento del Messale in lingua Friulana.
Per trenta anni ci hanno detto che la lingua friulana non era una lingua riconosciuta dallo Stato: come se la liturgia religiosa (della Chiesa) dovesse dipendere dalla legislatura laica di uno stato.
Quando nel 1999 è stata approvata la legge n 482 che tutela le minoranze linguistiche storiche, ci hanno fatto attendere altri 17 anni perché la Tertia Editio Typica doveva essere tradotta prima in italiano: come se una lingua minoritaria come il friulano non potesse avere la traduzione prima della lingua italiana.
Quando anche l’italiano è arrivato al termine della traduzione, a inizio 2023 ci hanno obbligato ad aggiungere le traduzione di tutte quelle parti aggiunte alla versione italiana che non ci sono in latino: come se il nostro Messâl par furlan non dovesse dipendere dalla versione ufficiale latina, ma dalla traduzione italiana…
Ora ancora uno stop: è un nuovo segnale, se ce ne fosse il bisogno, del clima altamente negativo verso le lingue minoritarie e la mancanza di attenzione verso i loro parlanti.
E mentre la “Chiesa di palazzo” continua a negare al popolo friulano un sacrosanto diritto, negando l’autorizzazione al Messâl Roman par furlan, la società civile sembra essere più attenta della gerarchia religiosa: ringraziamo i molti rappresentanti delle istituzioni amministrative e culturali regionali, e non solo, che da più parti si sono sollevate in un coro unanime stigmatizzando il rifiuto della Conferenza Episcopale Italiana.
Appuntamento quindi domenica 26 novembre 2023 alle ore 15.00 nella chiesetta di san Giacomo, sulle rive del Tagliamento, a Villanova di San Daniele (si accede da Via Zara).