Nei giorni scorsi i Carabinieri di Trieste hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di un 22enne rumeno residente nel Capoluogo, indagato per i reati di lesioni gravi, percosse e minacce ai danni di altro giovane triestino.
Più in particolare, dalle indagini condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di via Hermet, è emersa la responsabilità dell’indagato relativamente al pestaggio avvenuto lo scorso 30 luglio in via del Lazzaretto Vecchio. Un gruppo di amici, mentre stava rincasando dopo una serata trascorsa in centro città aveva rischiato di essere tutti investito da una Fiat Punto che andava a forte velocità.
Alla guida dell’auto il 22enne rumeno, con a bordo un suo amico e due ragazze. Alle proteste del gruppetto di giovani che ha rischiato l’investimento, il 22enne ha fermato in pieno incrocio l’auto, scagliandosi assieme al passeggero contro i ragazzi, cercando sin da subito lo scontro fisico per l’affronto subito dalle loro proteste.
Il giovane triestino è statao preso a pugni alle spalle ed al capo, mentre cercava di difendere uno dei suoi amici, cadendo al suolo privo di sensi, mentre i due aggressori si avventavano contro un altro giovane, strappandogli dalle mani il telefonino col quale stava riprendendo la scena, danneggiandolo, per poi allontanarsi di tutta fretta con la loro auto.
Alla vittima, portata con l’autoambulanza intervenuta sul posto all’ospedale di Cattinara per le cure, sono state diagnosticate un’emorragia cerebrale ed alcune fratture a seguito dell’aggressione subita per futili motivi.
Sulla base delle risultanze acquisite dagli investigatori, l’Autorità Giudiziaria ha accolto le ipotesi accusatorie, determinando l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 22enne rumeno, che veniva quindi tratto in arresto ed associato al carcere di via Coroneo, a disposizione della magistratura triestina.
Le indagini dei Carabinieri hanno anche permesso di stigmatizzare i comportamenti degli altri tre occupanti della vettura che, di fatto, non solo non si sono prodigati per interrompere l’aggressione, ma si sono anche resi parte attiva per favorirla e per assicurare l’impunità dell’autore,. Per questo motivo sono stati a loro volta denunciati.
Come in molti casi analoghi, anche questa volta la collaborazione della vittima e dei testimoni, con le forze di polizia, si è rivelata determinante.
Le aggressioni e gli incidenti, che ancora caratterizzano la movida triestina, sono costantemente all’attenzione delle Forze dell’Ordine, in un’ottica di prevenzione e repressione dei reati, per permettere a tutti la libera e serena fruizione dei servizi e degli svaghi.