Monfalcone si scopre insicura e preoccupata. Nelle ultime settimane, soprattutto dopo un paio di episodi di cronaca nera che hanno profondamente scosso la comunità, la città dei cantieri si interroga sulle cause dell’escalation di criminalità e micro-criminalità che sta minando la qualità della vita dei monfalconesi. Dopo la preoccupata constatazione del segretario provinciale del Siulp, Giovanni Sammito, che aveva sottolineato come l’impoverimento degli organici metta sempre più in difficoltà gli operatori della sicurezza nel vigilare sulla città, è stata la volta del sindaco Silvia Altran di alzare la voce, e richiamare a un maggiore sforzo gli uomini delle forze dell’ordine, perché lavorino con un’attenzione particolare commisurata alle caratteristiche di Monfalcone, città multietnica e industriale.
Un appello che ha avuto l’effetto di un giro di vite nei controlli in centro città, per prevenire e combattere furti nelle abitazioni, nei negozi o nelle marine (dove spesso sono state prese di mira le imbarcazioni ormeggiate), e anche le truffe ai consumatori con l’avvicinarsi delle festività pasquali. Secondo il consigliere provinciale del Pd, Fabio Del Bello, però, ci sarebbe bisogno di un vero e proprio “programma organico integrato di sicurezza urbana”. Un programma che lo stesso Del Bello ha inserito nel volume scritto assieme a diversi operatori della sicurezza nell’Isontino. Per lui, la microcriminalità monfalconese è legata essenzialmente all’impennata dell’immigrazione, non sempre gestita a dovere, e dunque il primo intervento da mettere in atto è quello di favorire l’integrazione, la formazione e la rieducazione degli stranieri residenti in città.
“Data la delicatezza della questione – spiega Del Bello – preciso che, in riferimento all’aumento della criminalità predatoria (furti), ho scritto che si dovrebbe indagare con efficacia se esiste o meno una connessione tra questo aumento esponenziale della delinquenza predatoria e determinati flussi migratori presenti in Città e provenienti da taluni Paesi stranieri. Un’ipotesi di lavoro (investigativo) non una certezza dunque! Tuttavia è un fatto assodato che una immigrazione indotta dall’economia locale ma non programmata, non controllata e non governata adeguatamente ha creato nell’ultimo quindicennio dei seri problemi nella Città cosiddetta dei Cantieri”.
“Per esempio L.Borsani ricordava che in passato il Pubblico ministero Raffaele Tito aveva messo in guardia circa il preoccupante avanzare di reati e segnali di insediamento malavitoso ed aveva fatto riferimento a cifre definite dalla giornalista ‘pesanti’ riguardo il numero di trasfertisti con precedenti penali di vario genere. Del resto a Monfalcone è stato messo in piedi un Protocollo di Intesa per lo sviluppo di azioni in materia di sicurezza urbana integrata, quale diga contro le infiltrazioni della criminalità organizzata”.
“In conclusione, distinguendo tra contrasto alla criminalità (che è di esclusiva pertinenza delle Forze dell’Ordine) e la Sicurezza urbana (che è una branchia politico-amministrativa degli Enti locali più avanzati), ritengo che anche nell’Isontino, con particolare riguardo alla Città di Monfalcone (nodo di sviluppo vitale ma altamente critico e problematico), serva un modello integrato di sicurezza urbana che amalgami competenze amministrative locali, modelli sociali, efficienza della giustizia, gestione centrale dello Stato e colmi un evidente vuoto di iniziativa politico-istituzionale rispondendo anche ad esigenze sentite in modo pressante dalla popolazione”, conclude Del Bello.
Marco Bisiach
19 marzo 2013