Le nubi che si erano addensate via via sul Pordenone calcio hanno finito, come immaginabile, per produrre un uragano. Il Tribunale di Pordenone, all’indomani della rinuncia al concordato del presidente Mauro Lovisa, ha dichiarato il fallimento della società neroverde, nominando come liquidatore giudiziale Gianluca Vidal, che era già stato commissario in questi tormentati mesi. Sarà lui, già impegnato in estate nel passaggio della Sampdoria da Ferrero a Radrizzani, a doversi occupare dell’iter liquidatorio rispondendo alle richieste dei creditori. Il capitale societario non è molto al netto dell’ultima iniezione di denaro del patron di qualche mese fa, ma sarà fatto il possibile per soddisfare almeno in parte le pretese di tutti.
Il bilancio 2022 del Pordenone aveva segnato un passivo di quasi sette milioni di euro e altrettanti sono i debiti con il Fisco. Roberto Casucci, l’avvocato che ha seguito la società nella richiesta di concordato assieme allo studio Malattia, passerà tutti gli incartamenti al liquidatore. C’è poi il destino del marchio Pordenone calcio, di proprietà della società. Ha un valore certo, anche se molto inferiore rispetto a un anno fa quando la squadra sperava di tornare in B. I più ottimisti immaginano la possibilità che qualcuno compri il marchio e iscriva la squadra in sovrannumero alla prossima serie D, sperando di far leva sul recente palameres. Un film già visto nell’estate 2003, con l’esclusione dalla C2 e la rinascita del club in Promozione grazie all’allora sindaco Bolzonello e proprio a Lovisa. Al momento però la fredda realtà si chiama fallimento. GUARDA IL SERVIZIO VIDEO