Anno scolastico al via e Comune subito in prima linea con un piano coordinato e pluriennale di azioni per contrastare bullismo e cyberbullismo e prevenire il disagio giovanile. Il piano è stato presentato stamane dal sindaco Alessandro Ciriani, dal consigliere delegato all’istruzione Alessandro Basso, dal comandante della polizia municipale Arrigo Buranel, dall’assessore Emanuele Loperfido e dal presidente Asfe (associazione per lo sviluppo della formazione educativa) Don Giorgio Tonolo.
Piano antibullismo – In campo da ottobre-novembre un pool di esperti dell’Asfe che terranno corsi, seminari e laboratori antibullismo e un’indagine anonima per far emergere i casi nascosti e pianificare così interventi mirati. Inoltre, l’amministrazione sta lavorando per individuare un educatore ad hoc per le scuole. Gli interventi coinvolgeranno oltre 2 mila alunni di tutte le scuole statali e paritarie della città, comprese le 30 quinte elementari, con un occhio di riguardo verso le medie. «Non facciamo interventi spot o sensazionalistici – ha spiegato Ciriani – sposiamo un piano organico che si sviluppa in più anni, che coinvolge tutti gli attori e punta su educazione, scuola e cultura. Questa è solo prima fase ma stiamo già lavorando per mettere a sistema e coordinare le tante azioni per il disagio giovanile che sotto l’amministrazione precedente erano scoordinate e sparse in mille rivoli». Anche Basso, ispiratore e organizzatore di tutto il piano, a cui il sindaco ha dato pieno mandato, ha parlato di un progetto coordinato, anche tra assessorati all’istruzione, sociale e sicurezza (aspetto rimarcato anche da Loperfido), nel quale il Comune che fa da regista e «da collante tra ragazzi, insegnanti, genitori, enti formativi, educatori, esperti, forze dell’ordine. L’obiettivo è giungere a una città “educativa” con un progetto almeno triennale».
Corsi e laboratori – Corsi e laboratori sono indirizzati non solo ai ragazzi, ma anche ai loro genitori, insegnanti, educatori. L’asse portante sarà «l’educazione come miglior prevenzione al bullismo e al disagio giovanile» ha spiegato Don Tonolo. «In italia l’educazione si è “sfarinata”. Scuola e genitori devono tornare a educare, dando dei confini, stabilendo i no e i si, e invece vedo tanti genitori sconcertati e in preda a bambini tiranni». Le attività si svilupperanno tra il 2016 e il 2017 e verranno aperte da un convegno a novembre dedicato appunto alla “città educativa”. Previsto anche un ciclo specifico di incontri e laboratori per famiglie e personale scolastico incentrato sul delicato tema della responsabilità educativa di genitori e scuole nei confronti dei ragazzi. E che anche gli adulti debbano essere “educati” lo ha confermato Buranel: «Noi i problemi più grossi li abbiamo avuti non dai ragazzi, ma dai genitori, che in alcuni casi negano i problemi e l’evidenza». Il comandante dei vigili ha parlato di un fenomeno «in crescita anche se sotto traccia» per contrastare il quale «questo progetto dell’amministrazione Ciriani ci piace molto».
Indagine anonima – Sempre con Asfe verrà realizzata un’indagine in forma anonima per gli studenti delle prime delle scuole medie cittadine. L’obiettivo è favorire l’emersione del bullismo e soprattutto cyberbullismo e mettere in campo le azioni conseguenti. Questi fenomeni, infatti, hanno in comune un aspetto chiave: la difficoltà delle vittime a chiedere aiuto e quindi l’ impossibilità per operatori e istituzioni di intervenire. Ciascun alunno risponderà a un questionario online seduto alla propria postazione dell’aula informatica, sotto la guida di uno o più docenti. A ottobre, infatti, partirà la formazione propedeutica di un gruppo di insegnanti che poi somministreranno i questionari i cui risultati verranno sottoposti ai dirigenti scolastici e all’amministrazione comunale. Anche i risultati, naturalmente, saranno anonimi e non saranno riconducibili quindi né a scuole né a singoli.
Educatori – L’amministrazione sta lavorando per mettere a disposizione delle scuole un educatore formato ad hoc per realizzare progetti e azioni di prevenzione e supporto in situazioni difficili. «Vogliamo proporre un educatore per ogni istituto – ha precisato Basso – ma per ora partiremo sperimentalmente con un’unica figura che possa gestire microprogetti di prevenzione e disagio, dando supporto, nel rispetto dell’autonomia scolastica, a iniziative che le stesse scuole proporranno». Questo primo pacchetto di interventi verrà finanziato con 30 mila euro, ma le risorse stanziate per il piano pluriennale saranno molto più ingenti.