I profughi si sono trasferiti a casa del sindaco. Non nell’abitazione di Claudio Pedrotti, ma sotto la loggia del Muncipio. E’ successo ieri sera, dopo le 20, quando una decina di richiedenti asilo si è piazzata a dormire laddove il sabato si celebrano i matrimoni dei pordenonesi. Una provocazione guidata da Rete solidale, l’associazione che si occupa di profughi in città. Dopo gli sgomberi nei mesi passati della tendopoli al parco di San Valentino, del sagrato della chiesa del Beato Odorico e degli spazi dell’ex Fiera, i profughi lamentano il fatto che in città non ci sia un posto tutto per loro.
E in attesa che venga sistemata parte della caserma Monti, destinata a hub provinciale, ieri è scattato il blitz di fronte a tanti pordenonesi che passeggiavano in corso o bevevano un bicchiere al Caffè Municipio. A far desistere dai loro intenti gli accampati, con tanto di coperte al seguito, sono stati gli uomini della Questura e della Polizia Locale, dopo che anche l’Amministrazione comunale ha provato per qualche ora a convincerli a spostarsi. Resta il problema che una sistemazione fissa non c’è e così, queste persone, continuano a vagare per la città. Intanto, in provincia è prevista una nuova ondata di arrivi: una sessantina di richiedenti asilo è destinata al Friuli occidentale. Portandosi dietro il consueto stuolo di polemiche.