“Prima il lavoro e non i sussidi a pioggia che rappresentano soltanto uno sterile assistenzialismo dannoso e improduttivo”: è tranchant il Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, nel formulare un preciso appello alla governatrice Serracchiani affinché “trovi al più presto le risorse per gli LSU (i lavoratori socialmente utili)”.
I contratti per gli LSU, lavoratori che si trovano a dover integrare il reddito derivante dagli ammortizzatori sociali (cassa integrazione), stanno scadendo a Palazzo Belgrado e ancora nulla è dato sapere dalla Regione per quanto riguarda la Provincia di Udine, e in generale gli altri enti pubblici, in merito alle 35 persone che aspettanp di poter integrare la cassa integrazione con il reddito del lavoro socialmente utile”.
In che modo? “Semplice: anziché finanziare quell’eresia del reddito di cittadinanza che alimenta un assistenzialismo antieconomico e antiproduttivo, la Serracchiani e la sua giunta pensino piuttosto a creare le condizioni per l’occupazione possibile, dare lavoro alla nostra gente, sostenere quei progetti di occupazione per chi non ce l’ha e incentivare iniziative specifiche per disoccupati”.
La motivazione con cui prevalentemente si giustifica il “reddito di cittadinanza” è del tipo “tanto il lavoro non c’è e non ci sarà”, con il quale, però, il “reddito di cittadinanza” viene a comportare una sorta di accettazione rassegnata della realtà così come è, quindi una sorta di paradossale sanzione e legittimazione dello status quo per il quale si verrebbe ad essere esentati dal rivendicare trasformazioni più profonde. Uno strumento monetario – qual è il reddito di cittadinanza – si configura inevitabilmente – argomenta Fontanini – come “compensazione ex post” dei disagi derivanti dalla mancanza di lavoro e non come “promozione ex ante” del lavoro e di altre opportunità che è tipica, invece, della fornitura di strutture e di servizi, ritrovandosi così nell’impossibilità di affrontare in termini strutturali le problematiche strutturali che la crisi globale ci pone, a partire dalla necessità di ridisegnare l’intero modello di sviluppo.
Concludendo, Fontanini evidenzia come “la nostra parte l’abbiamo fatta, accantonando 20 mila euro di nostri fondi per prorogare il lavoro di 5 persone LSU per 6 mesi. Adesso aspettiamo però le mosse della Regione. Inaccettabili pensare di dare un sussidio a chi non lavora, a prescindere anche dalla stessa disponibilità a trovare un lavoro, e non trovare le risorse per gli LSU”.
17 giugno 2013