La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha incontrato ieri a Roma il ministro della Difesa Mario Mauro. Nel corso del colloquio sono stati approfonditi i temi delle caserme dismesse e del previsto scioglimento o abbandono di reparti storicamente radicati nella nostra regione, quali la Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli, di stanza a Gorizia, e il 3° Reggimento Alpini dalla caserma Candore di Tolmezzo.
Temi che la presidente della Regione aveva anticipato al ministro nei giorni scorsi in due specifiche lettere. Riferendosi alle caserme dismesse e ricordando il ruolo della regione quale avamposto dello schieramento delle forze occidentali sulla cosiddetta ‘cortina di ferro’, Serracchiani ha evidenziato come dopo l’esaurimento di questo ruolo strategico, moltissime infrastrutture siano state progressivamente abbandonate dai reparti che le occupavano.
”Insediate nei centri urbani, nelle periferie, in aperta campagna – ha spiegato la presidente al ministro – tuttora vincolano gli sviluppi urbanistici di molti comuni, determinando un gravoso onere socio-economico per il territorio”.
Su questo aspetto, Mauro ha assicurato ampia disponibilità ad esaminare, assieme alla sua struttura tecnica, la mappatura realizzata dalla nostra Amministrazione Regionale e a valutare le esigenze dei Comuni, suggerendo che la soluzione dell’intero problema sia affidata ad un protocollo d’intesa tra Regione e Ministero, sul modello di analoghi già siglati con le Province autonome di Trento e di Bolzano.

Il futuro della Brigata Pozzuolo
Per quanto riguarda il previsto scioglimento della Brigata Pozzuolo del Friuli e il trasferimento del 3° Reggimento Alpini, Serracchiani ha evidenziato al ministro gli effetti negativi di queste decisioni, specie sul tessuto economico delle località che ospitano i due raparti.
Il ministro, spiegando che le decisioni del Governo derivano da un cambiamento radicale della strategia di difesa, si è comunque impegnato a fornire un dettagliato elenco delle donne e degli uomini in divisa coinvolti, precisando che i trasferimenti saranno prevalentemente interni al Friuli Venezia Giulia.
NEL NUMERO IN EDICOLA L’INCHIESTA: Patrimonio sprecato – Siti militari: centinaia di caserme dismesse nel più totale abbandono: lo Stato non se ne occupa, i Comuni non sanno che fare. E, intanto, quello che era il nostro orgoglio va in rovina
I militari non ci sono quasi più. Le caserme, invece, sono ancora tutte là. A ricordare che un tempo, il Friuli Venezia Giulia, da dove in 40 anni sono passate un milione e 600 mila reclute, era il luogo della naja per antonomasia. Oggi non più. Tanto che i siti militari sono lasciati allo sbando.
Leggi il resto nel numero in edicola
28 giugno 2013