Lo studio non sembra solamente un elisir di lunga vita, ma anche una ‘medicina’ che consente di vivere bene. Per rendersene conto è sufficiente guardare a casa nostra. Il professor Gianfranco D’Aronco, nato a Udine nel 1920 ma originario di Gemona (di lì erano entrambi i genitori), è un esempio chiarissimo. Docente di tradizioni popolari e filologia romanza alle Università di Padova e di Trieste, esperto di letteratura friulana (diversi i suoi studi, anche recenti, su Pier Paolo Pasolini), fondatore del Movimento popolare friulano e maggiore esponente del movimento autonomistico friulano, direttore di numerose riviste, ha una lucidità e una profondità intellettuale invidiabili. Dotato di un grande senso dello humor e di autoironia, come può testimoniare chiunque abbia fatto due chiacchiere con lui davanti a un caffé, resta, alla tenera età di 96 anni, uno dei più acuti osservatori della società e della politica non solo regionali.
Stando ai dati Istat, chi ha una laurea ha un’aspettativa di vita di cinque anni in più rispetto a chi ha abbandonato la scuola in gioventù. Nella sua esperienza, è vero che studiare allunga la vita?
“Non saprei. Vero è che tenersi allenati, mentalmente come fisicamente, non può che giovare a vivere. Quanto agli asseriti vantaggi di una laurea, chi ne possiede due vive forse dieci anni in più? Vorrei esserle più preciso, magari fra qualche anno”.
Qual è stato l’argomento che più l’ha entusiasmata nella sua carriera di professore universitario?
“Più che l’argomento, il settore: quello della letteratura, naturalmente. In particolare la poesia, a cominciare da quella in lingua materna”.
Lei dice di essere ‘uno studioso in disarmo’. Ma ha ancora ‘fame’ di conoscenza? E’ ancora curioso del mondo?
“Vorrei essere, più che in disarmo, in ferie, per poi riprendere. Non s’impara mai abbastanza: solo i saccenti fanno eccezione”.
Quanto tempo dedica mediamente allo studio e alla lettura?
“Metà di una volta”.
Un’altra sua attività è quella politica. L’impegno politico è stato una ‘medicina’ o un ‘veleno’?
“La politica è una passione, quando non è un mestiere. Per me è stata la passione per la mia terra: insomma un sentimento. Quanto alla politica vissuta, diceva un mio amico che, soprattutto oggi, è una fortuna esserne fuori”.