Ha preso avvio nel Porto di Trieste la fase operativa del Progetto Panama, che prevede il trasferimento via mare di 16 paratoie costruite dalla Cimolai di Pordenone e destinate alla costruzione del nuovo canale di Panama. Nel porto di Trieste verranno eseguite le operazioni di trasbordo diretto delle paratoie dalla chiatta, proveniente da Porto Nogaro, alla nave oceanica STX Rose Two, ormeggiata alle banchine del Terminal Samer di Riva Traiana nel Punto Franco Nuovo.
Le operazioni di trasbordo, a mezzo carrello specializzato Kamag, saranno eseguite dalla societa’ belga Sarens – proprietaria della chiatta e del carrello e con l’impego di proprio personale – che, per il tramite dell’agenzia marittima Samer & Co. Shipping, ha ottenuto dall’Autorita’ Portuale di Trieste l’autorizzazione allo svolgimento delle operazioni.
La prima toccata, avviata ieri, si protrarra’ per circa due settimane, quindi la Rose Two navighera’ a pieno carico alla volta del canale di Panama. Le stesse operazioni verranno ripetute in occasione delle successive toccate, programmate per i mesi di settembre, dicembre 2013 e febbraio 2014.
Le enormi paratoie scorrevoli che vanno a comporre le chiuse, infatti, vengono realizzate da un’azienda friulana, la Cimolai, e poi trasportare via mare fino al cantiere in Centro America. La realizzazione del terzo set di chiuse del canale che collega Atlantico e Pacifico permetterà, così, il passaggio a navi, definite nella categoria Post Panamax, di maggiore tonnellaggio, portando la capacità di carico dagli attuali 4.400 a 12mila Teus e dimensioni fino a 366 metri di lunghezza, 49 metri di larghezza e con un pescaggio massimo di 15 metri.
IL PROGETTO
Il progetto firmato da Impregilo, inoltre, è innovativo anche per il minore impatto ambientale ottenuto grazie ai ‘water saving basins’, ovvero bacini ausiliari che consentono il recupero e il riutilizzo parziale dell’acqua del lago Gatun, che si trova a metà dei due rami del canale. In questo modo si ottiene un risparmio di acqua pari al 60% e il transito che richiederebbe l’utilizzo di circa 500 milioni di litri di acqua si realizzerà con circa 200 milioni di litri.
Per realizzare le nuove strutture, però, sono necessarie paratoie di dimensioni eccezionali, mediamente alte 30 metri, larghe 10 e lunghe 58 metri, per un peso che varia tra duemila e 4.400 tonnellate: in pratica come un edificio a pianta rettangolare alto 10 piani. Ne servono, in totale, 16, unitamente a tutti gli impianti di movimentazione che consentano la chiusura e apertura delle chiuse in appena 4-5 minuti. Inoltre, le componenti devono avere una garanzia di durata di almeno 50 anni. Tutte caratteristiche che hanno portato Impregilo a individuare un collaudato partner quale Cimolai, azienda di Pordenone specializzata in opere di carpenteria metallica e che ha già firmato negli ultimi anni prestigiose commesse, come le coperture degli stadi di Atene per le Olimpiadi 2004, di Johannesburg per i Mondiali di calcio del 2009 e di Varsavia per i recenti Europei.
OPERA DA 350 MILIONI DI DOLLARI
L’ordine per la costruzioni delle paratoie ha un valore di 350 milioni di dollari e consentirà di portare il fatturato dell’azienda friulana dai 260 milioni di euro del 2011 ai 420 milioni previsti per l’esercizio in corso. Il progetto ha, comunque, richiesto notevoli investimenti, pari a 15 milioni, in particolare per l’ampliamento degli stabilimenti di Polcenigo e di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, che ha a disposizione anche un attracco portuale. Una volta completate, le paratoie giganti vengono imbarcate su navi speciali dirette appunto in Centro America. Il viaggio ‘inaugurale’ con le prime 4 paratoie è previsto per l’inizio del prossimo anno.
Un ottimo risultato, quindi, per la Cimolai che impegna 1.400 dipendenti diretti più 835 lavoratori dell’indotto, nei suoi 7 stabilimenti in Friuli più quelli di Padova, Svizzera e Venezuela. Proprio all’estero quest’anno realizzerà il 65% del proprio fatturato.
ENTRO IL 2015 IN FUNZIONE
Si prevede che l’installazione di tutte le chiuse inizierà nella seconda metà del 2013 e il canale, così rinnovato, enterà in funzione nel 2015. Impregilo, così, si conferma uno dei maggiori operatori delle costruzioni in America Latina. Forte di 25mila tra dipendenti e collaboratori, ha chiuso l’esercizio 2011 con 2,1 miliardi di euro di ricavi, ma è il portafoglio ordini che consente di avere una buona prospettiva per il futuro: 25,1 miliardi, in crescita dell’8,5% rispetto al 2010. Il gruppo, inoltre, è oggi anche tra i principali operatori autostradali nel mondo con circa 2.600 chilometri di rete in gestione, di 1.900 in Brasile. Per quanto riguarda il canale di Panama si conferma la leadership di Impregilo in opere ad alta complessità progettuale, come anche la capacità di ‘trasferire’ ad altre aziende italiane i propri successi. Sono cento, infatti, le imprese connazionali che ha coinvolto nell’appalto, oltre a Cimolai. Negli ultimi quattro anno gli affidamenti a partner italiani hanno raggiunto il valore di un miliardo di euro.
GUARDA LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLE PARATOIE REALIZZATE NELLO STABILIMENTO CIMOLAI DI SAN GIORGIO DI NOGARO
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4 luglio 2013