Si alleggerisce la posizione del sindacalista friulano Luca Visentini coinvolto nello scandalo Qatargate a Bruxelles. Delle tre accuse formulate a suo carico dalla Magistratura belga, una – quella di associazione crimunale – è caduta, mentre restano tuttora in piedi quelle di corruzione e riciclaggio.
E’ quello che si rileva dal provvedimento con il quale il giudice ha evitato il carcere a Visentini, che era stato fermato il 9 dicembre insieme ad Antonio Panzeri, Francesco Giorgi, Niccolò Figa Talamara e la vicepresidente del Parlamento Europeo, la greca Eva Kaili.
Contrariamente a questi ultimi, il sindacalista era stata rimesso in libertà due giorni dopo con l’unico obbligo di non lasciare il territorio dell’Unione Europea.
Visentini, che in seguito all’inchiesta si è autosospeso da segretario generale della Ituc (International Trade Union Confederation), incarico al quale era stato eletto alla fine dello scorso novembre in Australia, si è sempre dichiarato estraneo a tutti gli illeciti.
Durante gli interrogatori, ha ammesso di aver ricevuto da Panzeri 46mila euro in contanti in tre buste che – a suo dire – sono stati da lui utilizzati per la sua campagna elettorale e per aiutare sindacalisti di Paesi poveri privi di mezzi per la loro attività.