I Carabinieri della Compagnia di Tolmezzo, in collaborazione con i colleghi dell’Arma di Padova, hanno sgominato una banda di malviventi che, tra novembre 2014 e gennaio 2015, ha messo a segno oltre 40 colpi contro il patrimonio nelle province di Udine, Venezia, Vicenza e Padova. Particolarmente bersagliato l’Alto Friuli, con colpi registrati tra Cavazzo Carnico, Verzegnis, Arta Terme, Paularo, venzone, Ovaro, Prato Carnico, Zuglio e Lusevera.
La banda, guidata da Placido Scattolin, mente del sodalizio criminale, ha messo a segno anche cinque colpi in un giorno, operando in particolare tra le 20 e le 6 del mattino e prediligendo bar e esercizi pubblici, ma anche abitazioni. Ancora ricercato Lungu Vasile di 23 anni, in Italia senza fissa dimora. In carcere a Padova, per furto aggravato continuato, sono finiti, oltre al capo Scattolin, Alessio devid Grendene, di 43 anni e residente in provincia di Vicenza, Costantin Ciorba, moldavo di 36 anni in Italia senza fissa dimora, Alexandru Corlatari, 20 anni moldavo e senza fissa dimora, Alexandru Zarvarici, 26 anni moldavo, e Andrey Alexandru Morosan detto “Colea”, rumeno di 28 anni senza fissa dimora.
Una rapina aggravata in abitazione, otto furti in abitazione, 26 in esercizi pubblici e attività commerciali e sei ricettazioni: questo l’elenco ccomplessivo dei reati contestati alla banda. Il sodalizio criminale vede coinvolti italiani, romeni e moldavi, dediti a reati contro il patrimonio e, secondo le accuse, responsabili di una rapina e 8 furti in abitazione, 26 furti ai danni di esercizi pubblici, attività commerciali e di veicoli, nonché di 6 ricettazioni.
Le indagini
Le indagini, partite a novembre dopo una serie di furti messi a segno a Verzegnis, si sono quindi incrociate con quelle già avviate a Padova, e hanno consentito di recuperare e restituire ai proprietari circa 500 mila euro di merce, di cui 200 mila di refurtiva rubata in Alto Friuli. Nelle perquisizioni eseguite questa mattina nelle abitazioni dei sette destinatari di custodia cautelare sono stati recuperati numerosi attrezzi, abbigliamento sportivo e anche tre quadri di Mirò, Kandinskij e De Chirico, sulla cui autenticità sono in corso accertamenti. Per effettuare i furti in Friuli utilizzavano auto rubate in Veneto. Facevano razzie e rubavano altre vetture in loco che poi utilizzavano per tornare in provincia di Padova.