Nessuna novità sul brutale omicidio di Giulio Regeni. In questi giorni, il pm Sergio Colaiocco – che sta seguendo per conto della Procura della Repubblica di Roma le indagini sulla morte del ricercatore di Fiumicello – sperava di poter raccogliere informazioni utili in Inghilterra.
Grazie a una rogatoria internazionale, infatti, gli inquirenti italiani hanno fatto tappa a Cambridge, dove era in programma una celebrazione per commemorare lo studente friulano, con l’obiettivo di ascoltare amici e docenti che avevano seguito Giulio durante il suo dottorato e con il quale si erano scambiati diverse mail dall’Egitto.
I professori, però, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, avvalendosi della facoltà di non rispondere. A partire dalla tutor del ricercatore, Maha Abdelrahman, che ha scelto di rimanere in silenzio. Un silenzio assordante se pensiamo che proprio la comunità accademica britannica era stata tra le prime a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni. Resta ora da capire se i docenti della prestigiosa università britannica troveranno altre forme per collaborare alle indagini italiane. E chiarire alcuni dei punti ancora oscuri della vicenda, a partire dal cambio del metodo di lavoro per le ricerche sulle organizzazioni sindacali che Giulio stava seguendo al Cairo.