E’ attesa oggi a Roma la delegazione egiziana guidata dal procuratore generale Nabil Ahmed Sadek, che incontrerà nuovamente gli inquirenti italiani per discutere degli sviluppi sulle indagini in merito all’omicidio di Giulio Regeni. Il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco si aspettano la consegna del materiale finora negato, ovvero i dati sul traffico telefonico nell’ultima zona dove è stato visto Regeni e nel punto dove è stato poi fatto ritrovare il suo martoriato cadavere.
E proprio dal corpo del ricercatore friulano emergono nuovi inquietanti dettagli sulla sua agonia. Li rivela l’autopsia effettuata dai medici legali italiani. Si parla di segni, forse lettere dell’alfabeto incise sul cadavere, che, dice la mamma di Giulio, Paola, sarebbe stato ‘usato come una lavagna’. Le tracce scoperte dai medici legali Vittorio Fineschi e Marcello Chiarotti sono ferite superficiali, in punti diversi, apparentemente slegate tra loro, probabilmente tracciate con un coltello, che potrebbero voler tramettere un messaggio. Anche se non è ancora chiaro quale sia il significato e a chi sarebbe stato eventualmente destinato.