Si avvicina la data del 25 gennaio, anniversario della scomparsa di Giulio Regeni al Cairo e si moltiplicano le iniziative legate al secondo anno della morte del ricercatore friulano. Mercoledì 24 gennaio, ottava giornata internazionale dell’avvocato perseguitato, è stato organizzato un presidio in toga dei Giuristi Democratici davanti all’Ambasciata egiziana in Italia, a Roma.
Un’iniziativa che, nel nome di Giulio Regeni, è finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla repressione che il regime di Al Sisi metterebbe in atto nei confronti degli avvocati che si oppongono al regime.
I Giuristi Democratici denunciano così che in questi due anni “nessuna collaborazione effettiva è venuta dalle autorità governative egiziane e da quelle inquirenti, a parte continui tentativi di depistaggio. Occorre allora intensificare sempre più le pressioni su tale regime, sia congelando i commerci di armamenti destinati alla repressione, sia reclamando la piena verità sulla morte di Giulio e insieme la cessazione delle barbare pratiche di violazione dei diritti umani”. Al termine del presidio sarà consegnata una lettera alle autorità diplomatiche egiziane.
Il 24 gennaio è la data prescelta perché in tale giorno nel 1977 quattro avvocati e un loro collaboratore vennero assassinati a Calle Atocha, 25 a Madrid.
Il giorno internazionale dell’avvocato perseguitato mira a creare una consapevolezza adeguata del fatto che un esercizio effettivo della professione legale comporta dei rischi, ma anche a denunciare le relative situazioni esistenti in vari Paesi. Ogni anno la giornata viene quindi dedicata agli avvocati di un determinato Paese: Iran (2010) Turchia (2012), Spagna (2013), Colombia (2014), Filippine (2015), Honduras (2016) Egitto (2017).
La prima iniziativa in merito venne assunta dall’Associazione europea degli avvocati democratici, in collaborazione con quella europea dei giuristi per la democrazia e i diritti umani nel mondo ELDH (European association of Lawyers for Democracy and world Human rights) e con la Fondazione dell’avvocato minacciato.
Molte altre associazioni di avvocati e Consigli dell’Ordine hanno appoggiato il progetto; in più, quest’anno, anche il Consiglio nazionale forense ha deciso di celebrare la giornata con un convegno che vedrà tra i relatori la nostra Barbara Spinelli (v. locandina allegata).
Anche per il 2018 si è deciso di focalizzare l’attenzione sull’Egitto.
Molte organizzazioni dei diritti umani, fra le quali Amnesty International, Human Rights Watch, l’IDHAE e la Commissione internazionale dei giuristi confermano che le autorità egiziane proseguono senza sosta non solo con le intimidazioni, ma anche con la violenza vera e propria a stroncare ogni voce libera e critica.
In Egitto, le conversazioni telefoniche degli attivisti dei diritti umani, degli avvocati, dei politici d’opposizione e dei giornalisti indipendenti, continuano a essere intercettate, mentre la stampa di regime monta campagne d’odio. Si prolunga perciò il più grave periodo di violazione dei diritti umani della storia di quel Paese. Ogni giorno le forze di sicurezza fermano almeno tre o quattro persone.
Dopo il rovesciamento del presidente Morsi la situazione è drammaticamente peggiorata. Il governo ha ridotto le libertà di espressione, di riunione e di associazione. Decine di migliaia di oppositori sono stati arrestati e molti sottoposti a tortura. Sono rimasti impuniti gli omicidi commessi dalle forze dell’ordine. A seguito di processi non equi centinaia di persone sono state condannate a pesanti pene detentive o anche a morte.