Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha risposto all’appello dei genitori di Giulio Regeni che, ieri, avevano chiesto al Governo di mantenere una posizione forte nel caso dall’Egitto non arrivassero sostanziali novità sull’indagini per la morte del ricercatore friulano.
Gentiloni ha affidato alle pagine del Corriere della sera il suo messaggio a mamma Paola e a papà Claudio. “La fermezza e la dignità dei genitori di Giulio sono davvero esemplari. Motivo in più per insistere con coerenza e altrettanta fermezza. Sulle risposte egiziane sentiremo in primo luogo le valutazioni del procuratore Pignatone. Se non avremo risposte convincenti, compiremo i passi conseguenti”.
“Dal Governo egiziano – si legge ancora – vogliamo la verità, ossia l’individuazione dei responsabili. Ci si può arrivare da un lato esercitando una pressione politico diplomatica costante, cosa che abbiamo fatto e stiamo facendo e che costituisce un deterrente contro verità di comodo, dall’altro con una collaborazione investigativa. Quest’ultima, a nostro avviso, deve fare un salto di qualità, perché anzitutto non sono stati consegnati tutti i documenti e materiali che abbiamo richiesto. Inoltre, occorre poter svolgere almeno una parte delle indagini insieme. La collaborazione non può essere solo formale. Lo stillicidio di piste improbabili moltiplica il dolore della famiglia e offende il Paese intero”.
Non è tanto una questione di tempi, insomma, ma di metodi: “Se la collaborazione diventa sostanziale, ci sono le condizioni per avanzare sulla strada della verità. La visita degli investigatori egiziani a Roma, prevista per il 5 aprile ma non ancora confermata, potrebbe essere l’occasione per un cambio di marcia. È chiaro che ogni decisione si può prendere in una fase successiva, se si verificasse che non ci sono margini per una cooperazione efficace. Di fronte alla mancanza di collaborazione, valuteremo le misure possibili, ma noi ci auguriamo che i rapporti tra Italia ed Egitto possano dar luogo al salto di qualità necessario. Se non ci fosse, ripeto, saremmo prontissimi a trarne le conseguenze”.