Proseguono senza sosta i controlli del territorio in materia ambientale del Noe, il nucleo operativo econogico dei Carabinieri di Udine, con particoare attenzione alla gestione dei rifiuti da parte delle aziende locali.
Nei giorni scorsi i militari hanno eseguito approfonditi controlli all’interno di un’importante realtà industriale che opera nel settore della carpenteria metallica pesante in uno stabilimento di Monfalcone, accertando diverse gravi irregolarità in materia ambientale. Le verifiche hanno portato ad appurare come l’azienda avesse stoccato in aree non autorizzate ingenti quantità di rifiuti costituiti da 1.500 tonnellate di rottami ferrosi e 30 tonnellate di imballaggi in legno. I rifiuti erano depositati sulla nuda terra di un piazzale di circa 2.000 mq e movimentati con una macchina operatrice “ragno”.
Inoltre, il Noe ha verificato l’assenza di autorizzazione allo scarico di acque demineralizzate su un altro piazzale di circa 300 mq e l’esistenza di un impianto di osmosi anch’esso privo di autorizzazione. Infine, sempre nel corso dei controlli, i Carabinieri hanno sorpreso un operaio di un’altra ditta che in quel momento, su un’area non autorizzata, stava provvedendo alla riduzione volumetrica di rottami metallici, tagliandoli con una fiamma ossidrica.
Al termine della complessa attività, i militari del Noe di Udine hanno sequestrato l’impianto di osmosi, i due piazzali della misura complessiva di 2.300 mq, tutti i rifiuti stoccati abusivamente (per un peso totale di 1.530 tonnellate), il mezzo utilizzato per la loro movimentazione, 18 bombole di gas e ossigeno utilizzate per il taglio dei rifiuti.
L’attività ha portato alla denuncia a piede libero del direttore dello stabilimento per gestione illecita di rifiuti e a una sanzione amministrativa nei confronti dell’azienda, che in futuro sarà anche chiamata al corretto smaltimento dei rifiuti, al ripristino dello stato dei luoghi e alla regolarizzazione dal punto di vista autorizzatorio.
L’intera attività è stata relazionata alla Procura della Repubblica di Gorizia che ha assunto il coordinamento delle indagini.