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Ll’imam di Trieste, Nader Akkad, è stato rimosso dal suo ruolo per ragioni che sarebbero attribuite al suo atteggiamento di dialogo e apertura. Siriano, ingegnere, ex ricercatore dell’Ictp di Trieste, la guida religiosa e membro del direttivo del Centro culturale islamico di Trieste e della Venezia Giulia sarebbe stato allontanato il 19 novembre, come informa una lettera del presidente del Centro, Saleh Igbaria.
A rendere nota la vicenda il quotidiano ‘Il Piccolo’ che parla di gravi irregolarità per essersi “sistematicamente sostituito al presidente senza autorizzazione” e di aver seguito mesi fa, “in rappresentanza del Centro, le elezioni nazionali dell’Unione comunità islamiche italiane senza autorizzazione del direttivo”. Ma il sospetto dell’avvocato di Akkd si tratterebbe di una scelta motivata dal suo “non essere in linea con una parte della comunità”.
“Spero e mi auguro che l’imam di Trieste non sia stato davvero allontanato per aver dialogato troppo con le altre comunità religiose: il dialogo e l’apertura sono il segno distintivo della nostra comunità e sarebbe preoccupante se qualcuno volesse dare una stretta a un percorso che costruisce integrazione e cittadinanza”. Lo afferma la deputata del Pd Debora Serracchiani.
Per Serracchiani “su Trieste sembra spirare un’aria poco sana, che favorisce radicalismi di varia natura i quali mettono radici e provano ad alzare steccati. Finora le comunità religiose, indistintamente, avevano dato esempio di come in città fosse possibile la convivenza e positivo il dialogo. Bisogna evitare – conclude – che tutto questo patrimonio vada in frantumi”.