Ritorna l’incubo dell’emergenza migranti nel capoluogo isontino. Dal primo giugno, infatti, si è concluso il servizio di accoglienza notturna fornito in questi mesi dalla Chiesa diocesana nella sede della Caritas in piazza San Francesco a Gorizia. L’iniziativa era stata avviata a seguito della richiesta rivolta dalle istituzioni locali alla Chiesa diocesana dopo la chiusura della Galleria ‘Bombi’ nello scorso mese di dicembre per ovviare all’emergenza freddo. La sede Caritas ha fornito dapprima supporto alla tensostruttura allestita al Contavalle divenendo, dalla fine di febbraio, riferimento unico per i richiedenti asilo non rientranti, per vari motivi, nel circuito di accoglienza statale, ma che comunque hanno ancora aperto l’iter di verifica del loro status.
Dal primo marzo a oggi, la sede Caritas ha ospitato oltre 3.600 tra pakistani, afghani, siriani, cittadini del Bangladesh, dell’India, del Marocco, ma anche italiani. Anche dopo la conclusione dell’emergenza freddo si era deciso di proseguire nell’accoglienza in attesa del completamento di un intervento di manutenzione al dormitorio ‘Faidutti’. Ora, concluso tale intervento, è possibile mettere a disposizione nella struttura di Riva Piazzutta un certo numero di posti per l’accoglienza notturna dei richiedenti asilo. Tale ospitalità sarà ‘fuori convenzione’, con onere a carico della Chiesa diocesana, come avvenuto sino a oggi per l’accoglienza nella sede Caritas, ma anche al ‘Contavalle’. Prosegue nel frattempo l’impegno dei volontari di alcune parrocchie di Gorizia per assicurare un pasto serale nei locali della mensa dei padri Cappuccini a integrazione del servizio tradizionalmente fornito presso la stessa mensa a ora di pranzo. Come, per esempio, quanto era stato fatto dalla parrocchia di San Rocco per coloro che dormivano all’interno della Galleria Bombi.
Di fatto, però, nei giorni scorsi alcuni richiedenti asilo hanno trovato rifugio proprio davanti la chiesa dei Cappuccini di Gorizia, dormendo all’esterno in ‘letti’ di fortuna. Preoccupazione è stata espressa dal primo cittadino di Gorizia, Rodolfo Ziberna, il quale ritiene che i bivacchi siano “un problema igienico-sanitario” e che, quindi, “i richiedenti asilo vengano al più presto trasferiti in strutture adeguate all’accoglienza”. Il sindaco ha poi annunciato di aver inviato una lettera con una richiesta di incontro urgente all’assessore regionale alla sicurezza, Pierpaolo Roberti, poiché “vista la situazione ho preferito inviargli una lettera”, piuttosto che attendere l’incontro previsto, in ogni caso, tra qualche giorno.
Uno spettacolo, quello dell’altra sera nella piazza dei Cappuccini, già visto molte volte in precedenza, con migranti stesi a terra e coperti da qualche lenzuola e un po’ di carta. Qualcuno, addirittura, era vestito solamente con un paio di pantaloncini corti. Che, seppure le temperature non siano proibitive come nei giorni peggiori sotto Galleria Bombi, non è l’abbigliamento più consono per affrontare la notte.