I funerali si svolgeranno martedì 7 febbraio, alle 11, nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, a Ronchi dei Legionari.
La città piange prematura scomparsa, a soli 39 anni, di Patrizia Stafuzza, che da tempo stava lottando contro una grave forma tumorale. Una persona solare e sempre disponibile per gli altri, così la ricordano il marito Raoul Ustulin, assieme al figlio Gabriele.
Una donna che aveva ben chiaro l’amore non solo per la propria famiglia, ma anche per il prossimo. Lascia i genitori, Franco e Franca, le sorelle Erica ed Eva, con i cognati Paolo e Nicola e i nipoti Riccardo, Gloria, Federica e Daniela, i suoceri Raul e Adriana.
Nata il 19 agosto 1983, a Gorizia, aveva conseguito la specializzazione in quella che era sempre stata una sua passione, ovvero il mestiere di parrucchiera, lavorando per ben dodici anni come dipendente.
Nel 2012, a Fogliano, il coronamento del sogno con l’apertura del proprio salone. Nel 2015 l’arrivo di Gabriele e l’anno successivo l’amara scoperta di un primo tumore al seno, che l’aveva portata a scegliere di dedicarsi, a partire dal 2018, interamente alla famiglia, tornando a lavorare come dipendente.
Nel 2020 il ritorno della malattia e la nuova battaglia. Patrizia si era impegnata per la comunità, supportando il marito nelle attività del gruppo scout parrocchiale di San Lorenzo, aiutandolo nei vari campi scuola con i ragazzi e nell’ambito del servizio corale.
“È stata in grado di dare coraggio a chi le stava vicino e in questo viaggio abbiamo avuto la fortuna di essere assistiti da professionisti per i quali ormai proviamo affetto perché sono entrati a far parte della nostra vita”, ricorda ancora il marito. “Erica Brosic, nostro medico di famiglia, Daniela Tamma e Marta Calligaris, delle cure palliative, Elisabetta Varini, psicologa che ci ha aiutato a stare uniti nella malattia, Silvia Marizza del pronto soccorso, il reparto di Medicina che ha accompagnato Patrizia fino all’ultimo istante e la farmacia del dottor di Marino”.
Il cordoglio della città è stato espresso con un telegramma alla famiglia dal sindaco Mauro Benvenuto.