Il dipinto ‘Mosè che fa scaturire le acque dal deserto’, risalente al XVII secolo, attribuito al pittore partenopeo Luca Giordano (Napoli 1634-1705), è stato restituito dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine alla Fondazione Ado Furlan di Spilimbergo, erede universale della raccolta dello studioso e collezionista d’arte Italo Furlan (1933-2014).
Nella splendida cornice del Castello di Spilimbergo, eretto per sorvegliare uno dei principali guadi del fiume Tagliamento e residenza della famiglia di origine tedesca Spengenberg (giunta in Friuli intorno all’XI secolo e dal cui nome deriva quello della città di Spilimbergo), il Comandante del Nucleo Tpc di Udine, maggiore Lorenzo Pella, alla presenza del Sindaco Enrico Sarcinelli e del Comandante della locale Compagnia Carabinieri, capitan Christian Tonetti, ha restituito la preziosa tela a Caterina Furlan, figlia dello scultore Ado e sorella di Italo, in qualità di Presidente e legale rappresentante della fondazione.
L’opera, un olio su tela di 76×68 centimetri, era stata rubata nel 1994 da ignoti, che si erano furtivamente introdotti in un’ala del maniero dove risiedeva Italo Furlan, sottraendo anche numerose altre tele di importante valore artistico, tra cui un dipinto attribuito al Tiepolo, per un danno complessivo che all’epoca si aggirava intorno agli 800 milioni di lire.
La Sezione elaborazione dati del comando Tpc, specializzata nella ricerca nel web di opere d’arte trafugate, aveva verificato, sul sito di un esercizio di settore del capoluogo regionale, la vendita all’incanto di un dipinto che appariva molto simile a quello censito nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, il più grande database al mondo di opere d’arte rubate gestito dal Comando dei Carabinieri Patrimonio Culturale.
La segnalazione era stata condivisa con i militari del Nucleo di Udine che, a seguito delle indagini immediatamente avviate anche in collaborazione con la Stazione Carabinieri di Spilimbergo e con la Fondazione Ado Furlan, hanno accertato senza ombra di dubbio la corrispondenza della tela, procedendo al sequestro, convalidato dalla Procura della Repubblica di Trieste che, pur ritenendo in buona fede chi lo aveva messo in vendita (dopo una successione testamentaria), ha disposto la restituzione del dipinto all’avente diritto. L’opera diventa così parte integrante del patrimonio della Fondazione culturale che promuove la conoscenza della produzione artistica dello scultore Ado Furlan e, più in generale, della scultura antica, moderna e contemporanea e delle arti visive.