Giosuè Ruotolo resta in carcere. E’ questa la decisione del Tribunale del Riesame di Trieste che ieri notte (poco dopo le 23.30) ha emesso il suo verdetto, rigettando l’istanza di scarcerazione chiesta dalla difesa del militare campano, accusato del duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza nella notte del 17 marzo 2015 a Pordenone.
La sentenza è arrivata dopo una lunga giornata di dibattimenti, poco prima della scadenza della misura cautelare. L’udienza, infatti, era iniziata al mattino, verso le 9.30, e poi ripresa nel pomeriggio, per un totale di quasi 12 ore. Alla fine, i giudici – che si sono riuniti in camera di consiglio intorno alle 20 – si sono espressi dopo circa tre ore di riflessione.
Libera Maria Rosaria Patrone
Oltre al verdetto su Ruotolo, si attendeva anche la decisione in merito alla sua fidanzata, Maria Rosaria Patrone, ai domiciliari nella propria abitazione di Somma Vesuviana con l’accusa di favoreggiamento. La ragazza è tornata in libertà: accolta, quindi, la richiesta formulata dall’avvocato Costantino Catapano.
La lunga giornata in aula
Ruotolo, presente in aula, ha seguito il dibattimento fino alle 20, quando le guardie penitenziarie lo hanno scortato fuori. Il 26enne campano è apparso provato dalla reclusione nel carcere di Belluno, ma comunque curato nell’aspetto. Barba lunga e capelli corti, Ruotolo ha tenuto sempre lo sguardo basso.
All’udienza presieduta dal giudice Filippo Gullotta, hanno preso parte gli avvocati difensori di Ruotolo, Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, e il legale di Patrone, che non si è presentata in aula. A rappresentare la Procura di Pordenone, i pm Pier Umberto Vallerin e Matteo Campagnaro.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 45 giorni.