Fuori programma che non è passato inosservato ieri al PalaChiarbola di Trieste, in occasione del match valido per il titolo italiano dei pesi Superpiuma di boxe, andato all’italo-marocchino Hassan Nurdine.
Il pugile di casa, il triestino Michele Broili, infatti, si è presentato sul ring con il busto interamente coperto da tatuaggi inneggianti al nazismo. Dalla “testa di morto”, il totenkopf, che richiama l’unità paramilitare addetta alla custodia dei campi di concentramento, al simbolo delle SS.
Simboli che sono stati duramente condannati dalla Federazione Pugilistica Italiana. “Durante l’incontro si sono notati alcuni tatuaggi sul corpo del pugile Broili inneggianti al nazismo e, come tali, costituenti un comportamento inaccettabile e stigmatizzato da sempre dalla Federazione, che è costantemente schierata contro ogni forma di violenza, discriminazione e condotta illecita e/o criminosa”, si legge in una nota.
“Ovviamente di tale comportamento è esclusivamente responsabile il tesserato che lo ha posto in essere e, semmai, indirettamente e oggettivamente la Società di appartenenza che lo abbia avallato e/o tollerato. Alcuna responsabilità può e deve essere ascritta alla Federazione Pugilistica Italiana, che non può essere a conoscenza delle scelte personali di ogni singolo tesserato sino a quando non ne abbia contezza”.
“La Fpi – si legge ancora – condanna e stigmatizza con forza e perentoriamente il comportamento del proprio tesserato e si dissocia da ogni riferimento che i tatuaggi offensivi dallo stesso portati evochino. Tale comportamento è in palese contrasto con le norme sancite dal Codice di Comportamento Sportivo Coni che la Federazione recepisce, condividendone spirito e contenuto. Per tali ragioni la Fpi si riserva di sottoporre agli organi di giustizia federali tale comportamento affinché ne sia, nelle opportune sedi, valutata la contrarietà rispetto allo statuto e ai regolamenti federali e vengano adottate le opportune misure sanzionatorie anche a tutela dell’immagine della Federazione Pugilistica Italiana. Riservandosi, altresì, ogni opportuna azione”.
“Opportuna e tempestiva la condanna della Federazione italiana pugilato per il boxeur che si è presentato a un incontro col torso coperto di simboli nazisti”, è il commento della presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani. “Il pugilato è uno sport dalle origini antichissime ed ha caratteristiche tali da essersi meritato la definizione di ‘noble art’: non solo supremazia fisica e tecnica ma anche il rispetto delle regole e per l’avversario. È bene che la boxe non sia inquinata dalla politica, tanto meno da un’ideologia violenta e intollerante come quella nazifascista. Purtroppo questo pugile aveva già creato un caso in passato, quando lo abbiamo visto con i suoi tatuaggi sulle locandine di promozione di un evento a Trieste, ma non è servito a far capire cosa si può fare e cosa no”.
“Michele Broili potrà anche essere un campione, ma se sale sul ring con tatuati simboli nazisti la Federazione lo espella. Lo sport è tutto il contrario dell’incitamento all’odio e alla violenza contenuti in quei tatuaggi” è il commento Ettore Rosato (IV), vicepresidente della Camera dei deputati.
Nelle foto Michele Broili a sinistra e, a destra, il vincitore del match Hassan Nurdine