L’autonomia del Fvg è davvero un privilegio? Per Riccardo Riccardi, capogruppo del Popolo della Libertà/Forza Italia in Consiglio regionale, la risposta è negativa, specie sul fronte della Sanità, ovvero sul settore che utilizza olte la metà del budget annuale della Regione. Già, perchè stando alle sue stime, il fatto che il sistema del Fvg non sia finanziato con il Fondo sanitario regionale ci ‘costerebbe’ “almeno un centinaio di milioni all’anno”.
Facciamo due conti
“Noi – spiega Riccardi – ci paghiamo direttamente le spese del Servizio sanitario regionale, nonostante le regole i contratti nazionali e i livelli essenziali siano fissati dallo Stato. Nel 1997, infatti, il Friuli Venezia Giulia ha scelto di convertire il contributo del Fondo nazionale in quote aggiuntive di compartecipazioni sull’Iva e sull’ Irpef. Su questo fronte, il tema di oggi è capire le differenze che intercorrono tra il finanziamento attuale e quello che sarebbe potuto essere se fossimo rimasti legati al vecchio sistema. Partiamo da quest’ultimo dato. Il Fondo nazionale sanitario per il 2016 è di circa 110 miliardi di euro. Dal momento che la popolazione della nostra regione rappresenta poco più del 2 per cento di quella complessiva del Paese, a noi spetterebbero attorno ai 2,2 miliardi di euro. Si tratta di una cifra adeguata che coprirebbe la spesa preventivata per l’anno in corso”.
Altri servizi o giù le tasse
I decimi spettanti alla Regione, anche se nel tempo sono stati modificati e accresciuti, non sono tuttavia sufficienti per pagare in toto le spese del sistema. Come si può vedere nelle tabelle pubblicate qui sotto, ci sono altre voci che concorrono a coprire la Sanità, l’Irap e l’addizionale regionale Irpef in primis. “Il problema – continua Riccardi – è che, nelle Regioni ordinarie, parte di queste voci servono a finanziarie altre attività. Secondo le nostre stime, se fossimo ancora nel Fondo nazionale, almeno un centinaio di milioni all’anno potrebbe essere impiegato altrimenti o per abbassare la pressione fiscale. Resta, comunque, un grande punto interrogativo: al momento non sappiamo ancora con esattezza l’ammontare della cifra”.
A chi conviene la specialità
Calcoli, questi, che assumono un significato particolare proprio in vista della riforma del sistema costituzionale. “E’ evidente – conclude il capogruppo – come la Specialità regionale convenga molto di più a Roma e che l’autonomia non possa essere considerata un privilegio. La riforma costituzionale sta accentrando le competenze ed è giusto che le scelte strategiche siano compiute dallo Stato. La discussione, però, si fa pericolosissima se si mettono in contrapposizione Regioni autonome e quelle a Statuto ordinario in quella che potremmo definire guerra tra poveri. Visto quanto accade nel finanziamento della Sanità del Fvg (che peraltro è la speciale meno speciale in quanto, tra le Regioni autonome, è quella che ha la quota di compartecipazione più bassa), meglio sarebbe rendere speciali tutte e 20 le Regioni”.