La scuola del Fvg? Tra le migliori del Paese, ma con molti problemi. E’ questo il ritratto delle istituzioni scolastiche regionali tracciato da Save The Children, che nonostante i brillanti risultati degli alunni, punta il dito sulle criticità sia per l’offerta formativa, sia per le attività culturali e ricreative. Un ritratto che non piace al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Pietro Biasiol, che critica le posizioni dell’organizzazione: “lettura terzomondista della realtà”.
Andiamo con ordine. Save The Children ha stilato la classifica della povertà educativa nelle regioni italiane, posizionando il Fvg al terzultimo posto (più si è in basso, migliore è la situazione) a livello nazionale. Meglio della nostra regione fanno solamente Emilia Romagna e Lombardia. E i risultati scolastici dei nostri bambini e ragazzi dimostrano la bontà dei nostri istituti: “i quindicenni che non raggiungono le competenze minime in lettura – si legge nella relazione – sono il 12% e in matematica il 13%, ben al di sotto della media nazionale che si attesta rispettivamente al 25% e 20%. Il tasso di dispersione scolastica è all’11%, inferiore alla media italiana del 15% e quasi in linea dalla soglia massima del 10% fissata dall’Unione Europea nel 2020 e al 5% per il 2030”.
Ciò nonostante, Save The Children rileva non poche ombre. “In Friuli – continua il documento – il 16% dei bambini tra gli 0 e i 2 anni riesce ad andare al nido o usufruisce di servizi integrativi, un dato leggermente superiore alla media nazionale (13%), mentre il tempo pieno (assente nel 60% delle primarie e nel 74% delle secondarie di primo grado) presenta delle lacune molto profonde rispecchiando con una lieve flessione in positivo la media nazionale (rispettivamente 68% e 80%). Un bambino su 3 non ha a disposizione nella propria scuola il servizio mensa (sebbene il valore pari al 32% risulti inferiore al valore del 48% a livello nazionale). Sono molti i comuni che non garantiscono la continuità del servizio ai non abbienti e limitano le esenzioni o le riduzioni del costo ai soli residenti, colpendo le fasce più esposte della popolazione”.
Inoltre, la situazione non sarebbe positiva “anche per quanto riguarda le strutture scolastiche: il grave ritardo dell’indagine sull’anagrafe scolastica non permette di avere un panorama dettagliato delle condizioni generali dei luoghi di apprendimento, ma secondo le indagini Pisa-Ocse, quasi 3 studenti friulani su 4 (70%) frequentano scuole dotate di infrastrutture inadeguate a garantire l’approfondimento. Rimane critico, ma non drammatico, il dato rappresentato dalla Scuola 2.0: il 35% delle aule in Fvg non è ancora dotato di connessione Internet veloce (leggermente superiore alla media nazionale del 28%)”.
Come accennato, il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale non si riconosce in questa rappresentazione. “Le equazioni – spiega Biasiol – tempo pieno uguale buono e tempo parziale uguale cattivo non sono corrette. Il giudizio dovrebbe riguardare l’evasione delle richieste fatte dalle famiglie, che in regione sono in diminuzione. Tanti genitori, infatti, chiedono il tempo parziale per permettere ai figli di frequentare attività sportive ed educative, anche parrocchiali, che non sono organizzate dalle scuole. La nostra società civile è ricca di iniziative e i risultati dei ragazzi sono buoni proprio perché ci sono queste attività. Dire che i ragazzi sono abbandonati a se stessi se non sono a scuola è una lettura terzomondista della realtà. Un discorso analogo può essere fatto per le mense”.
“Per quanto riguarda le infrastrutture digitali – continua il dirigente -, nei giorni scorsi il ministero e la presidente Serracchiani hanno firmato un accordo pilota per un impegno specifico sulla scuola digitale. L’impressione è che Save The Children si sia basato su dati che non tengono conto di tutte le variabili, a partire dai diffusissimi cori scolastici, che andrebbero meglio focalizzate”.
Save The Chidren: cosa non va nella scuola del Fvg
L'organizzazione punta il dito su tempo pieno, mense e connessioni Internet
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