Si terrà oggi l’autopsia sul coropo di Mirco Sacher, l’uomo di 66 anni trovato morto a Udine, in via Buttrio, domenica scorsa. A eseguirla sarà il dottor Carlo Moreschiche sara’ affiancato da un anatomopatologo.
Sacher è stato realmente strangolato? Le ragazze hanno dichiarato di averlo strangolato assieme, ma sul corpo a vista non sono stati trovati segni evidenti, tranne alcune escoriazioni sul collo dell’uomo. Due ragazzine di 15 anni, per di più descritte come minute, come sono riuscite a immobilizzare l’anziano, che era piuttosto robusto, e ucciderlo senza che si difendesse strenuamente?
L’uomo è forse morto in seguito a un attacco cardiaco, colto di sorpresa dall’aggressione? Sara’ l’autopsia a dire la parola definitiva.
Un movente che vacilla
Gli investigatori sarebbero scettici sull’ipotesi che le intenzioni di Sacher fossero quelle di violentare le due quindicenni. La presenza di entrambe in auto avrebbe reso molto difficile una violenza, specie da parte di un anziano. Il procuratore dei minori di Trieste, Dario Grohmann, si chiede infatti come mai ”un uomo che conduce una vita normale, che e’ un conoscente della famiglia di una delle ragazze, all’ improvviso le aggredisce?”.
Nelle ultime ore le indagini sarebbero dirette a distinguere le posizioni e le responsabilita’ delle due ragazzine che sono già cadute in contraddizione in più di un’occasione durante la ricostruzione di quanto accaduto domenica nel campo in via Buttrio.
E sul corpo di una di loro ci sarebbero effettivamente segni di possibile violenza. Sembra si tratti di graffi su un seno la cui presenza potrebbe confermare il racconto della colluttazione con l’anziano.
Regali e doni
Una delle due conosceva molto bene Sacher in quanto amico di famiglia e solito fare molti doni e favori alla ragazzina.
Gli investigatori sarebbero invece scettici sull’eventuale coinvolgimento di altre persone nella vicenda, anche se inizialmente il Procuratore capo di Udine, Antonio Biancardi, aveva dichiarato: ”Bisogna valutare ancora tutti gli elementi della vicenda. Nulla esclude che vi siano coinvolgimenti di maggiorenni, quindi prima di spogliarci degli atti faremo ulteriori accertamenti”.
Il procuratore Groham sottolinea in proposito: ”non abbiamo riscontro della presenza di una persona maggiorenne nella vicenda. Non possiamo ne’ affermarlo ne’ negarlo, non ci risulta”.
Accusa di omicidio
L’accusa contestata alle due ragazzine di Udine e’ quella di omicidio, volontario o preterintenzionale. Al fine di riscontrare le dichiarazioni delle giovani, gli investigatori potrebbero compiere una ricognizione dei luoghi insieme con le due indagate e effettuare una ‘prova di guida’ per verificare se effettivamente una delle due minorenni possa aver guidato la Fiat Punto fino a Limenella.
Le due infatti, vista l’età, sono prive di patente e guidare un’auto prima in città e poi in autostrada richiede capacità che le due giovani dovranno dimostrare di possedere per escludere definitivamente il coinvolgimento di terzi. Per questo è in programma una ‘prova di guida’ e una ricognizione dei luoghi insieme agli investigatori.
Cellulari da controllare
Saranno effettuati accertamenti sui cellulari, delle ragazze e della vittima, di cui le due erano in possesso. Una delle adolescenti ha riferito di aver inserito la propria scheda nel telefono dell’uomo in quanto il suo era scarico. Verranno verificati anche i tabulati per capire se vi siano state chiamate anche verso i due ragazzi di Pordenone.
Chiamata ai genitori
Da quanto si e’ appreso nel pomeriggio di domenica le ragazze avrebbero chiamato a casa i genitori riferendo che sarebbero tornate la sera. Poi pero’ non sapendo come giustificare il ritardo avrebbero spento il telefono. A quel punto i genitori sono andati dai carabinieri a presentare denuncia di scomparsa. Tra gli accertamenti in corso c’e’ anche la posizione delle immagini delle telecamere in autostrada e no. L’auto del pensionato, sequestrata dai carabinieri di Pordenone, sara’ fatta analizzare dal gabinetto della polizia scientifica di Padova.
Uomo disponibile
In casa della vittima non sono stati trovati elementi utili alle indagini. L’uomo non possedeva un computer e da quanto hanno raccontato i testimoni gia’ sentiti dalla Squadra Mobile, amici e parenti, era una persona molto disponibile sempre pronta anche a dare passaggi a chi ne avesse avuto bisogno. Non era dunque una novita’ che accompagnasse le ragazzine. Da decenni Sacher frequentava la casa della nonna di una delle ragazza, conosciuta da quando era in fasce.
Si cerca, pero’, la persona che ha dato un passaggio alle due dalla stazione di servizio in provincia di Padova a Vicenza.
10 aprile 2013