Dati confusi e contrastanti sull’adesione allo sciopero dei dirigenti sanitari indetto per oggi da tutte le sigle sindacali del comparto.
A livello nazionale si parla addirittura di venerdì nero della sanità con una partecipazione ben maggiore rispetto alle aspettative e che ha registrato almeno un 80- 90% con sale operatorie e corsie semideserte negli ospedali pubblici.
A Udine però il dato fornito dalla struttura sanitaria non collima con quello nazionale comunicato dai sindacati. Nell’azienda del capoluogo friulano fino al primo pomeriggio risultavano 38 adesioni su 957 aventi diritto dei quali 815 sono medici. Le strutture hanno funzionato al 65% ,tutti gli interventi di una certa complessità sono stati eseguiti, mentre quelli più semplici sono stati rinviati di qualche giorno. Ma i dati ufficiali saranno resi noti lunedì prossimo.
Per l’ANAAO la situazione è completamente diversa. Al segretario regionale del sindacato Valtiero Fregonese risultano altri numeri sull’utilizzo delle sale operatorie. A Udine avrebbero funzionato 3 su 25, a Trieste una sola per emergenze e nel resto del territorio sarebbero state inattive al 90%.
Al di là delle battaglie sui numeri che riguardano l’adesione la Cimo, come spiega il segretario Giulio Andolfato punta a sottolineare che quella di oggi non è stata una mera rivendicazione salariale, ma un modo per sensibilizzare i cittadini su quello che devono aspettarsi dalla sanità del futuro se non saranno apposti correttivi adeguati a breve. Attualmente conclude Andolfato, il servizio sanitario è garantito a tutti , ma se non ci sarà una riorganizzazione complessiva del sistema, i medici continueranno a fuggire dalle strutture pubbliche per andare in quelle private dove ci sono migliori condizioni per operare.