Svaniti nel nulla, scomparsi per sempre, lasciando i familiari in uno stato di angoscia totale. Dal 1974 a oggi in Friuli Venezia Giulia mancano all’appello 5.554 persone, la gran parte (5.443) stranieri, forse rientrati nei loro Paesi senza lasciare tracce.
Ma non si sa più nulla nemmeno di 141 italiani. Un numero sottolineato in occasione della giornata dedicata delle persone scomparse, dall’Associazione Penelope, nata in Basilicata per il caso di Elisa Claps, che ha appena celebrato i 20 anni di attività.
Le denunce di scomparsa nel primo semestre del 2022 in regione sono state 272: 36 a Gorizia, 116 a Udine, 86 a Trieste e 34 a Pordenone, ma 180 riguardano minori stranieri non accompagnati. I ritrovamenti sono il 58%, come certificato dal report del commissario straordinario per le persone scomparse del Governo.
Ma dietro i freddi numeri, ci sono storie e lacrime. “Ogni persona scomparsa – spiega Daniela Ferrari, presidente dell’Associazione Penelope del Veneto che segue anche i casi friulani – lascia cicatrici profonde. Le ricorrenze, i compleanni, il Natale che sia vicina sono difficili da affrontare, specie all’inizio. Ci si fa forza assieme”.
Un dolore che resta, come quello della famiglia di Alessandro Zaniboni, l’ingegnere 55enne di Grado appassionato speleologo scomparso il 23 luglio 2021 in Ogliastra. Il corpo rinvenuto pochi giorni fa in Sardegna potrebbe essere il suo, se confermato dall’esame del Dna in corso.
O come la famiglia di David Concina, il 48enne di Amaro che non dà sue notizie dal 15 febbraio e per il quale la famiglia sta provando a far ripartire le ricerche. Ma ci sono anche casi più dati, con sofferenze fossilizzate ma non meno profonde. Come il ‘cold case’ di Rosella Corazzin, la 17enne sanvitese sparita a Tai di Cadore il 21 agosto 1975 e forse vittima del mostro del Circeo. Per lei, una dei 141 italiani che mancano all’appello, si stanno cercando di far riaprire le indagini.