Ancora tagli alla scuola regionale, ancora docenti cancellati dalla pianta organica, ancora un passo indietro, nonostante mille proclami e rassicurazioni. La constatazione che la nostra scuola è tra le migliori a livello europeo e di gran lunga più efficiente rispetto a quella di altre regioni italiane, non basta a togliere l’amaro in bocca per il continuo arretramento di questi ultimi quattro anni grazie, per modo di dire, alla riforma Gelmini.
Entro il prossimo anno scolastico, le sole scuole primarie della nostra regione perderanno altri 52 docenti, che si sommano alle centinaia già tagliati negli anni scorsi. Tradotto in parole povere, ciò significa meno ore di insegnamento, classi più numerose (già ora in molte elementari gli alunni sono così numerosi da far parlare di “classi pollaio”) e scadimento dell’offerta formativa, con buona pace di chi è convinto che l’istruzione sia un investimento per il futuro.
Pasticcio clamoroso
In Friuli Venezia Giulia, per altro, siamo stati più realisti del re realizzando un dimensionamento scolastico disastroso che ha valicato di slancio i limiti ministeriali. Nel caso degli istituti superiori abbiamo perso 32 dirigenti (presidi), creando scuole da 1.800 studenti salvo lasciare importanti istituti in mano ai reggenti. Uno stato di cose definito insostenibile dai genitori del coordinamento spontaneo che, negli anni scorsi, ha raccolto migliaia i firme per una petizione presentata al Consiglio regionale e rimasta inascoltata.
Senza legge
Per non parlare della legge regionale dedicata all’istruzione che manca tuttora, nonostante se ne discuta dal 2007. Troppo indaffarato il nostro Consiglio per parlare di qualità della scuola: “Il testo della proposta di legge, a firma Agnola e Corazza – ci spiega Paola Schiratti affiancata da Elisa Mariuz e Daniela Seretti, del coordinamento regionale dei genitori che ha seguito da vicino la predisposizione del testo – presentato in Consiglio nell’ottobre del 2011, era nato sulla base delle esigenze degli utenti delle scuole dopo che la riforma Gelmini aveva ridotto pesantemente tempi e qualità dell’insegnamento. Speriamo ora che la nuova assemblea riprenda in mano il testo e lo approvi”.
Alessandro Di Giusto
7 giugno 2013