Ammonta a 7,3 milioni di euro la somma bloccata nelle casse della Provincia di Udine, causa patto di stabilità, per interventi sulle scuole.
“Si tratta di risorse che l’Ente ha nelle sue disponibilità con chiari impegni di utilizzo – precisa l’assessore provinciale all’edilizia scolastica Carlo Teghil – ma che, a causa dei vincoli sulla spesa pubblica, sono state bloccate, a tutto svantaggio dei principali utilizzatori delle scuole, ovvero gli studenti”.
La Provincia di Udine intendeva spendere i 7,3 milioni di euro, a esempio, per il rifacimento del tetto e manutenzione straordinaria alle facciate (5° intervento) all’Ips Ceconi, il secondo lotto della manutenzione sui serramenti esterni dello Zanon, opere edili e impiantistiche al Copernico, adeguamenti al Candoni di Tolmezzo, ma, come detto, tutto fermo causa i vincoli sulla spesa.
Adeguamenti necessari per la staticità
Una situazione complicata per l’Ente che, allo stesso tempo, deve gestire la necessità di interventi sulle scuole per una serie di adeguamenti alle normative tra le quali quelle relative alla staticità degli edifici considerata l’elevata sismicità del territorio. Un fronte impegnativo data la vastità ed eterogeneità del patrimonio scolastico in capo all’Ente intermedio: 59 istituti scolastici per complessivi 72 immobili (tra plessi scolastici e convitti) che ospitano 21 mila studenti.
Sicurezza prioritaria
“I vincoli alla spesa non hanno fatto venir meno l’impegno dell’Ente in relazione alla sicurezza degli istituti – assicura Teghil -: questi interventi hanno la priorità assoluta e, quindi, compatibilmente con le risorse e dilazionando opere non urgenti, sono stati e verranno eseguiti”. In generale, sul capitolo scuole, nel 2013 le cifre investite sono di gran lunga inferiori al passato.
Escludere l’edilizia scolastica dal patto
Nel primo semestre di quest’anno, infatti, la Provincia di Udine ha speso 1,5 milioni di euro per quel che riguarda gli interventi per manutenzioni straordinarie e adeguamento alle norme a fronte di uno “storico” di ben altro impatto e significato: 9,2 milioni nel 2012, 10,5 milioni nel 2011, 7 nel 2010 e 8,4 nel 2009. Cifre che l’assessore Teghil ha illustrato nei giorni scorsi alla VI Commissione regionale permanente durante un’audizione nel corso della quale ha sottolineato con vigore l’urgenza di escludere l’edilizia scolastica dal patto tra la Regione e il Governo centrale. “Altrimenti – argomenta Teghil – non saremo in grado di effettuare i necessari interventi sugli edifici, adeguamenti anche strutturali per migliorare la staticità degli stessi considerata l’elevata sismicità del nostro territorio”.
La proposta: collaborazione fra gli enti
L’assessore Teghil ha quindi avanzato una proposta. “Dato il contesto e la carenza cronica di fondi, va percorsa ogni possibile iniziativa affinché l’attività normativa degli organi legislativi si armonizzi con le risorse messe a disposizione per la messa a norma degli edifici scolastici in relazione allo stato in cui gli immobili si trovano. La collaborazione fra gli enti, infatti, dovrebbe portare a una programmazione di interventi concertati e progressivi. Escludere l’edilizia scolastica dal patto di stabilità, inoltre, renderebbe eseguibili interventi di adeguamento e quindi l’assolvimento di obblighi di legge”.
Per la Provincia di Udine, significherebbe dar corso a lavori di adeguamento ritenuti “urgentissimi” per i quali si richiede uno stanziamento pari a 31 milioni 264 mila euro. L’assessore Teghil, nel corso dell’audizione, si è reso disponibile a collaborare con la Regione nel delineare il piano degli stanziamenti prioritari (in fase di predisposizione) e anche nell’implementare l’anagrafe regionale dei fabbricati scolastici, strumento che fornirà un’ottica reale e precisa dello stato di fatto.
Scuole senza soldi
Ammonta a 7,3 milioni di euro la somma bloccata nelle casse della Provincia di Udine, causa patto di stabilità
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