Attraverso l’Erario riuscivano a finanziare importanti progetti immobiliari turistici. Tutto appariva normale nella gestione contabile di due società interessate da noti investimenti immobiliari nelle province di Trieste e Gorizia, ma in soli due anni sono mancati all’appello dell’Erario oltre 10 milioni di Iva mai versata.
Ad accorgersene, i militari della Guardia di Finanza di Trieste che hanno operato su entrambe le province, in sinergia con le Procure della Repubblica del capoluogo giuliano ed isontino.
Il tutto nasce da una verifica fiscale condotta nei confronti di una società di capitali triestina, attiva nel settore immobiliare. Leggendo i bilanci, per alcuni importanti investimenti immobiliari nel settore turistico non risultava la riconciliazione dei vari versamenti Iva. L’analisi contabile faceva emergere chiare violazioni penali tributarie per le quali veniva interessata l’Autorità Giudiziaria di Trieste. Non solo, alcune dirette connessioni consentivano di individuare altra società immobiliare operante nella provincia di Gorizia che risultava non aver versato ulteriori 7,5 milioni di euro di Iva.
Le indagini successive, finalizzate a ricostruire i passaggi contabili relativi alle operazioni effettivamente portate a termine, consentivano di accertare – attraverso il prezioso contributo della Agenzia delle Entrate – Direzione Regionale FVG di Trieste, notevoli distrazioni a favore di soci, nonché dell’amministratore di fatto di entrambe le società, anche per finalità di autofinanziamento.
Le Autorità Giudiziarie si determinavano, quindi, ad emettere su richiesta delle Fiamme Gialle, appositi decreti di sequestro preventivo (ai sensi dell’art. 321 c.p.p., strumentale alla confisca per equivalente, ex art. 322-ter c.p.), prima per tre milioni di euro circa, in pregiudizio dell’amministratore di fatto della società triestina, poi per 7,5 milioni di euro circa, in pregiudizio dello stesso amministratore di fatto, ma con riferimento ai mancati versamenti di imposta della società isontina.
All’esito dei sequestri, sono stati assicurati alle casse dell’Erario circa 18 milioni di euro tra debiti erariali, sanzioni ed interessi, attraverso l’individuazione di quote di partecipazione ad un fondo immobiliare, azioni e quote di partecipazione di società di capitali, disponibilità liquide su c/c bancari, tre immobili e un’imbarcazione a vela da diporto/regata (nella foto).