Una foto in bianco e nero de Il Cairo e la scritta “Ricordo in bianco e nero… 3 febbraio 2016”. E’ l’immagine che la mamma di Giulio Regeni, Paola Deffendi, ha pubblicato oggi nelle storie collegate ai suoi profili social. Esattamente sette anni fa, lungo l’autostrada che collega Il Cairo e Alessandria, veniva ritrovato il cadavere del giovane ricercatore friulano, scomparso dalla capitale egiziana qualche giorno prima, il 25 gennaio.
“Sette anni. Chissà cos’hanno tutti da nascondere per ostacolare la verità con tanta oltraggiosa determinazione”, scrive Alessandra Ballerini, l’avvocato della famiglia Regeni che da anni condivide con Paola e Claudio la battaglia per verità e giustizia. “Abbiamo i nomi, abbiamo i volti di quattro tra i molti artifici di ‘tutto il male del mondo’. Ci manca la loro elezione di domicilio per celebrare finalmente un processo in Italia. Chi, a ogni gita al Cairo, dopo i selfie e i salamelecchi di rito, si riempie la bocca di ‘collaborazione’ dovrebbe spiegare agli italiani perché tornano a casa sempre a mani vuote, incapaci di farsi dare anche solo quattro indirizzi”, si legge ancora.
“Sarebbe più dignitoso tacere. A furia di stringere le mani (e vendere armi) ai dittatori si rischia di trovarsi insanguinate anche le proprie. E di offendere la nostra dignità”, conclude Ballerini.