Nella serata di ieri i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Pordenone, su attivazione del servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia – Divisione Sirene e dell’Unità Enfast Italia per conto dell’Ungheria (strumento di cooperazione che viene attivato solamente nei casi in cui la cattura del latitante segnalato è ritenuta di particolare interesse da parte dello Stato richiedente), hanno tratto in arresto un uomo classe 1980, nato a Budapest e destinatario di mandato di arresto europeo per sequestro di persona a scopo di estorsione, evasione, furto, falsificazione di documenti, lesioni personali aggravate e minaccia, reati commessi in Ungheria nel 2020 per i quali dovrà scontare la pena di 15 anni di carcere.
La localizzazione del pericoloso latitante, grazie anche alla collaborazione informativa della Polizia ungherese, è stato il frutto di lunga e attenta attività di appostamento, osservazione e pedinamento a cura dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Pordenone che, avuta la certezza della presenza del latitante in un’abitazione isolata ad Arzene, hanno atteso che uscisse a bordo dell’auto per bloccarlo e arrestarlo, con sua grande sorpresa. Nella circostanza, infatti, ai Carabinieri ha mostrato un passaporto e una patente poi rivelatisi falsi al riscontro delle sue impronte digitali in banca dati.
L’esito dell’attività di ricerca e cattura del latitante internazionale ha condotto i carabinieri a identificare anche chi aveva favorito la latitanza in Italia, un pluripregiudicato italiano, classe 1969 e residente nel comune di Valvasone Arzene, arrestato per favoreggiamento personale.