“Voglio un teatro che metta al centro non l’attore o il testo, ma il pubblico. Un teatro che ascolti il territorio e che sia in grado di rispondere alle sue istanze, proponendo al contempo stimoli culturali sempre nuovi”. È questo il sogno del nuovo direttore artistico della prosa al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Giuseppe Bevilacqua, che ha presentato le linee guida del suo progetto culturale. Un progetto ‘ a tempo’, visto che l’incarico di Bevilacqua scadrà a fine anno, ma che ha ricevuto il voto unanime di tutto il Cda della Fondazione Giovanni da Udine.
“Penso a un’istituzione che sia simile al concetto di ‘teatro municipale’ – ha proseguito Bevilacqua -, strettamente collegato al tessuto urbano, ai suoi enti culturali e soprattutto ai cittadini, che sia un luogo fruibile a diversi livelli e per tutti”. Nello specifico, Bevilacqua propone nomi e titoli in grado di attirare l’attenzione di un pubblico vasto. “Gli spettatori italiani seguono attori carismatici, con una ricerca già compiuta. Penso a nomi come Albertazzi, Servillo, Lavia, con cui comunque non sono stati ancora avviati contatti, ma anche a giovani che hanno già consolidato il loro percorso, come Gifuni, Boni, Lo Cascio. In più vorrei proporre testi classici, che il pubblico ama da sempre, da Shakespeare a Pirandello, da Cecov a Ibsen, a Moliere”.
In neo direttore, che sarà affiancato nella guida del ‘Teatrone’ dal sovraintendente e direttore della sezione musica e danza, Marco Feruglio, ha affrontato anche due punti chiave della gestione della struttura. “Il mio obiettivo è riportare la gente a teatro, in termini di biglietti acquistati e di abbonamenti sottoscritti. Non intendo fare regia di spettacoli, qui a Udine, non trovo che il ruolo di direttore artistico sia compatibile con quello di regista. A oggi so che il mio incarico sarà a tempo determinato e mi auguro almeno di iniziare un percorso virtuoso. Per ora è così, in futuro non escludo che possa essere prorogato”.
Valentina Viviani
9 marzo 2013