Le premesse erano senz’altro corrette: un patto di territorio per raccogliere risorse finanziarie locali da destinare al credito delle stesse aziende locali. Una formula, cioè, a km zero che puntata a superare il credit crunch bancario e a dare ossigeno all’economia. A conti fatti, invece, qualcosa non ha funzionato.
Parliamo del bond territoriale di Pordenone, innovativo sistema per il finanziamento delle imprese presentato ad aprile frutto della collaborazione di Provincia, Camera di Commercio e le associazioni di categoria, che aveva individuato FriulAdria quale partner bancario. L’obbligazione, con tassi superiori alla media di mercato, puntava a una raccolta di 25 milioni di euro: obiettivo quasi raggiunto, visto che alla chiusura delle sottoscrizione, lo scorso 30 giugno, erano 22,5 i milioni raccolti.
In base agli accordi, FriulAdria avrebbe messo a disposizione del sistema economico locali un plafond da 50 milioni di euro, a tassi più bassi del mercato. Ebbene, a oggi sono stati richiesti finanziamenti per 13 milioni di euro e il target rischia di essere mancato, visto che il bando rimane aperto fino a fine settembre.
Cosa significa questo? Le motivazioni del fenomeno possono essere diverse. La mancanza di progettualità delle stesse imprese che quindi non cercano credito. L’abbondanza di offerta di finanziamenti da parte del sistema bancario che ha ricominciato a erogare, pena la perdita di redditività, ma rimane comunque molto selettivo. Certamente, tutto questo suona come un ulteriore campanello d’allarme su una situazione che non ha ancora imboccato la strada della ripresa.
9 luglio 2013