Un nuovo tassello è stato aggiunto dagli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trieste, alle indagini sulla sparatoria di via Carducci del 4 settembre.
Sono scattati, infatti, gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per un cittadino afghano classe 1990, anche lui coinvolto nella ‘resa dei conti’ consumata nel cuore della città. Il giovane è ritenuto responsabile, assieme agli altri imputati, nelle provocate lesioni personali, aggravate dall’uso di armi da fuoco.
Questa ulteriore misura cautelare si aggiunge a quelle che erano scattate nelle ore e nei giorni successivi alla sparatoria. Quel sabato mattina, infatti, davanti a un bar, sette persone, tutte kosovare, della famiglia Krasniqi, erano state ferite a seguito di una ‘spedizione punitiva’ attuata da un altro ‘clan’ di kosovari, gli Islami.
A distanza di poche ore, erano scattati i primi due fermi, a carico di due membri della famiglia Islami che si erano dati alla fuga, ma erano stati intercettati al Lisert. Nel pomeriggio del 4 settembre, in un’abitazione dove avevano trovato rifugio, erano stati arrestati altri tre responsabili della sparatoria. Una volta dimesso dall’ospedale, era poi stato fermato anche un appartenente alla famiglia aggredita, immortalato mentre impugnava una pistola.
Il 20 settembre, era scattata la misura cautelare anche per un uomo classe 1972, molto vicino alla famiglia Islami, che aveva ‘aiutato’ nella missione punitiva. Il 29 settembre, infine, grazie all’operazione ‘Crazy Shooting’, oltre 150 operatori della Polizia di Stato avevano eseguito ulteriori misure cautelari e ben 22 decreti di perquisizione emessi dal pm Chiara De Grassi, titolare del fascicolo processuale. In carcere erano finite altre quattro persone coinvolte nella sparatoria, oltre a un arresto domiciliare.