Il bilancio familiare è sempre più ridotto e riempire il carrello della spesa è ogni anno più costoso: che fare? E’ la situazione in cui si trova la stragrande maggioranza delle famiglie friulane. Già nel 2012 avevano ridotto il budget mensile per l’alimentare del 3,5 per cento (da 438 a 423 euro), ma sembra che i buchi fatti alla cintura non siano abbastanza. Già, perché, come spiegano Danila Forti della Coop Nordest e Fabrizio Cicero, direttore Despar in Fvg, i consumi continuano a calare. “Mediamente – dice Cicero -, dall’inizio dell’anno a oggi, gli scontrini battuti alla cassa sono più ‘leggeri’ del 3-4 per cento rispetto allo scorso anno”.
Nel Belpaese
A livello nazionale, dice l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), una famiglia su 10 rinuncia alla carne bovina (le uova costano meno a parità di contenuto proteico) e alla frutta, ai prodotti pronti come l’insalata già tagliata e lavata, si compra meno quantità, si rinuncia un po’ alla qualità e ci si lascia convincere di meno dalle grandi marche.
Premio alla bontà
Cosa succede nella nostra regione? Le strategie di fondo sono le stesse (si vedano i box qui a fianco). Tuttavia, ad alcuni ‘lussi’ i friulani non sanno dire di ‘no’. Entrambi i nostri interlocutori insistono sul fatto che i propri clienti non vogliono rinunciare alla qualità. Il consumatore del Fvg preferisce non farsi tentare da ciò che non è necessario per potersi permettere i prodotti di eccellenza, anche se spesso aspettano le offerte e gli sconti. “Anche il biologico – aggiunge Forti – sta andando bene”. Insomma, si continua a premiare la qualità.
Compere sotto casa
Sembra strano, ma questa situazione sta avvantaggiando il classico supermercato di media dimensione rispetto alla grande distribuzione e all’ipermercato. I friulani, sostengono Forti e Cicero, si recano più di frequente al supermercato sotto casa e, per risparmiare non solo tempo, ma anche benzina, fanno più fatica a spostarsi al centro commerciale. “Rispetto al 2012 – conclude Cicero – stiamo registrando un più 3-4 per cento di clienti e di frequenza. Tanto che in autunno apriremo 5 nuovi punti vendita (Trieste, Cividale, Cervignano, Sacile e Gorizia) e ne rinnoveremo altri 2 (Tarcento e Tarvisio)”.
Vademecum per gli acquisti
1.Occhio all’offerta. Nel 2013 è cresciuta l’incidenza dell’offerta speciale sulla spesa complessiva, come riferiscono sia Coop Nordest, sia Despar. Quest’ultima ha calcolato che i consumatori friulani comperano in questo modo dal 32 al 34 per cento delle carni, dal 25 al 30 per cento dell’ortofrutta e dal 25 al 28 per cento del pesce.
2.Bando agli sprechi. Per tagliare le spese per i generi alimentari, molte famiglie rinunciano al superfluo e cercano di non sprecare. Coop Nordest rileva che i consumatori si limitano al necessario, rinunciando a fare scorta. Inoltre, come dice Despar, si va più spesso al supermercato e si compra con maggiore oculatezza, evitando il rischio di riempire il frigo e la dispensa di cibo che poi sarà buttato perché scaduto o andato a male.
3.Scelta del marchio. Perché spendere di più per la stessa qualità? E’ il ragionamento dei consumatori, che acquistano sempre più prodotti con il brand della distribuzione, spesso realizzati dalle stesse industrie che lavorano per le grandi marche. Il risparmio va dal 20 al 30 per cento, sia alla Coop, sia alla Despar. Qui, da inizio anno, i prodotti ‘brandizzati’ hanno raggiunto il 20 per cento del venduto. Era il 16 per cento nel 2012.
4.Cibi più ‘poveri’. Un’altra strategia è quella di nutrirsi con cibi meno costosi. Prendiamo le proteine. Da inizio anno, alla Despar, la carne bovina e quella suina hanno registrato un calo rispettivamente del 2 e dell’1 per cento. Le carni bianche sono salite di mezzo punto percentuale, così come il pesce. E’ esploso, invece, l’acquisto di uova, la ‘proteina’ meno costosa: più 6 per cento.
5.Ritorno ai fornelli. Se non si può risparmiare sulla materia prima, allora si ‘taglia’ la preparazione. Come riferito dalla Coop Nordest, scendono i prodotti preconfezionati a vantaggio degli ingredienti. Insomma, i friulani ritornano ai fornelli: nel caso dei dolci, per esempio, non si compra più la torta pronta, ma farina e uova. E l’impasto lo si fa in casa.
Hubert Londero