“Spetta alle autorità nazionali competenti garantire che qualsiasi piano o progetto (comprese le attività militari) che possa avere effetti significativi sui siti Natura 2000 sia sottoposto a una valutazione ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 3, della direttiva 1992/43/CEE (direttiva Habitat).
La Commissione esaminerà le informazioni disponibili e, se del caso, contatterà le autorità italiane per verificare la conformità delle attività militari in questione con la direttiva Habitat”.
E’ la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Poto?nik all’interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, per bloccare le esercitazioni militari iniziate a fine maggio nell’area naturalistica della Carnia.
“La Commissione è al corrente delle attività militari nell’area in questione riguardo al sito Natura 2000 Monti Bivera e Clapsavon. Tali attività dovranno essere valutate caso per caso in rapporto alle loro implicazioni per l’integrità del sito alla luce degli obiettivi di conservazione di quest’ultimo”, si legge nella risposta del Commissario Ue, che aggiunge: “In caso di valutazione negativa e di assenza di soluzioni alternative, il progetto può essere autorizzato solo per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 4, e previa adozione di adeguate misure compensative”.
“Stiamo parlando di una vera e propria guerra con bombe a mano e proiettili di mortaio da 120 millimetri che, oltre ad un insopportabile rumore, causano crateri del diametro di qualche metro in un’area naturale e in pieno periodo riproduttivo della fauna selvatica – attacca Zanoni – Mi auguro che le autorità italiane intervengano al più presto verificando i reali effetti di queste esercitazioni sull’habitat circostante, un’analisi che se condotta con metodo porterà alla sospensione immediata delle stesse”.
“Spero anche che la nuova amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia, che sembra partita con il piede giusto, faccia giustizia e riveda il disciplinare d’uso dell’area all’esercito italiano, bocciato da tutte le amministrazioni comunali coinvolte, che prevede due periodi all’anno per le esercitazioni dei militari: dal primo maggio al 15 giugno e dal 16 ottobre al 31 dicembre, per un totale di circa 20 giorni all’anno”, aggiunge l’eurodeputato, riprendendo la denuncia fatta dal WWF Friuli Venezia Giulia .
6 giugno 2013