E’ in fase di attivazione il nuovo Registro delle opposizioni, che estende finalmente anche ai numeri di cellulare la possibilità d’iscrizione (al momento prevista per i numeri fissi e per l’indirizzo postale), annullando così eventuali consensi prestati in precedenza a essere contattati per chiamate commerciali.
Gli operatori, dunque, saranno obbligati a consultare il registro periodicamente e, comunque, prima dell’avvio di campagne pubblicitarie. L’obiettivo è quello di tutelare i cittadini da insidiose chiamate commerciali moleste, ponendo in primo piano il diritto alla privacy. Resteranno validi i consensi prestati nell’ambito di contratti in essere o cessati da meno di 30 giorni.
Quindi nel nuovo Registro pubblico delle Opposizioni – disciplinato dal Dpr 26/2022 che ha attuato la legge 5/2018 – si potranno iscrivere gratuitamente circa 78 milioni di utenze mobili, seguendo la procedura online, chiamando il numero verde 800 265 265 e seguendo la procedura in automatico, con la dettatura di alcuni dati personali come il codice fiscale o la partita Iva. In alternativa c’è anche la possibilità di inviare a mezzo posta, con raccomandata a/r, all’indirizzo del Gestore; via fax al 06.54224822 o scrivendo una mail ad [email protected] compilando il modulo elettronico disponibile nell’apposita del sito.
Le chiamate degli operatori di telemarketing saranno bloccate entro 15 giorni dalla richiesta, dal momento che tutte le aziende del settore iscritte al Roc (il Registro degli Operatori di Comunicazione), ossia tutte quelle che rispettano la legge sono tenute a consultare il Registro delle Opposizioni ed eliminare dalla lista i numeri che hanno tolto il consenso al trattamento dei dati.
I cittadini che potranno continuare ad essere contattati per chiamate pubblicitarie sono quelli che hanno prestato il consenso e, comunque, non hanno iscritto i loro contatti nel registro delle opposizioni.
Restano valide le iscrizioni inserite precedentemente al nuovo Rpo, con la facoltà per l’utente di annullare i consensi attraverso il rinnovo dell’iscrizione.
“Si tratta di un importante passo avanti, ma non sarà risolutivo”, commentano da Consumatori Attivi. “Sono troppe, infatti, le aziende che fanno telemarketing e non sono iscritte al Registro delle comunicazioni o comunque call center che hanno base anche in Stati diversi dall’Italia rendendo difficile al consumatore far valere i suoi diritti. E poi c’è il tema di come tutelare il cittadino da società che non rispettano le nuove regole. Dovrebbero fare una segnalazione al Garante della Privacy? Troppo oneroso anche in termini di tempo e troppo complesso. Sarei ancora più drastica… vieterei i contratti conclusi a mezzo telefono che purtroppo sono uno dei grandi problemi del nostro tempo!”.
“Pensiamo ai contratti estorti di energia, telefonia ma anche di trading online e di cryptovalute. Il consumatore si trova a non avere il tempo di approfondire le condizioni contrattuali e ad affidarsi a quanto viene spesso enfatizzato telefonicamente, trascurando alcuni aspetti essenziali o penalizzanti”.
“Secondo lo Studio Ambrosetti il comparto legato al telemarketing ha un fatturato complessivo che supera i 2.8 miliardi di euro e fa registrare alti e costanti tassi di crescita con moltiplicatori importanti in tutta la filiera collegata. È stato resiliente alla crisi Covid, ha un’elevata occupazione giovanile (+17% rispetto alla media nazionale), femminile (+34% rispetto alla media nazionale) e a tempo indeterminato (+9% rispetto alla media nazionale), ed è presente in particolar modo al Sud”, conclude Consumatori Attivi.